L’appalto per la gestione dei Servizi Museali

Il prossimo 31 luglio scadrà l’appalto per la gestione dei Servizi Museali dei Musei Civici di Torino, che vede impiegati 47 lavoratori nelle cinque realtà museali che fanno capo alla Città (Polo del Novecento, Museo Diffuso, Museo della Montagna, Museo del Risorgimento, Museo di Anatomia e Museo Lombroso).

Nel corso di una seduta svoltasi il 12 luglio, la Commissione Lavoro ha avuto modo di ascoltare le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori, fortemente preoccupati dall’incertezza generata dall’imminente scadenza dell’appalto e dal rischio di un peggioramento delle condizioni lavorative e retributive.

Al momento la Giunta pare infatti essere orientata verso una procedura di affidamento dell’appalto prevalentemente incentrata sulla riduzione dei costi, scelta che potrebbe significare tagli delle ore e del salario, peggioramento dei diritti e delle condizioni lavorative e addirittura tagli occupazionali.

Assieme alla collega Tea Castiglione, abbiamo presentato un atto per chiedere la proroga dell’attuale appalto, in modo da consentire una valutazione più approfondita della migliore formula atta a salvaguardare i diritti dei lavoratori e le esigenze della Città.

Nonostante ne avessimo chiesto la discussione urgente, il nostro atto è stato bloccato dalla maggioranza in Conferenza dei Capigruppo, dunque purtroppo non sarà discusso in Consiglio Comunale almeno fino a fine settembre.

Nel frattempo però sarebbe stata concessa una proroga “tecnica” di appena 6 mesi, tempo a nostro giudizio insufficiente per poter individuare un percorso condiviso che possa portare a condizioni lavorative più stabili a riconoscere e valorizzare la professionalità dei lavoratori.

Non mi aspetto che la maggioranza possa approvare un nostro atto, non è mai successo dall’inizio del mandato e probabilmente non accadrà nemmeno stavolta. Mi auguro però che l’assessora Purchia possa dimostrarsi per una volta sensibile alle istanze dei lavoratori e delle lavoratrici dei nostri Musei Civici, anche se purtroppo le ultime dichiarazioni sul ricorso del Teatro Regio contro i suoi lavoratori non lasciano ben sperare.

Caro Sindaco, le periferie sono una responsabilità sua, non del Governo

La settimana scorsa il Sindaco Lo Russo ha avuto il coraggio di dire che per gli scherzetti di M5S, Lega e FI a rimetterci saranno le periferie torinesi.

Caro Sindaco, le periferie sono una responsabilità sua, non del Governo, e non ci deve neanche provare ad usare la crisi di Governo come alibi per giustificare che non sta facendo nulla e che in campagna elettorale ha fatto decine di promesse che ora non può mantenere.

Le ricordo che amministrare non vuole dire solo mettere politici trombati nelle partecipate, farsi fotografare con la chitarra, fare giri turistici sul 4, tagliare i nastri dei progetti degli altri o aumentare le tasse dei cittadini.

La percezione, purtroppo, è che in questa Città un Sindaco non esista ormai da mesi.

Vedi il video del mio intervento in Sala Rossa.

L’ammucchiata pro-establishment di Letta abbandona il campo progressista per puntare dritto al centro

Fa benissimo il PD di Letta ad amoreggiare con Calenda e con le sue proposte reazionarie, altro che repubblicane.

L’ammucchiata pro-establishment di Letta abbandona, così, il campo progressista per puntare dritto al centro – forse anche un po’ più in là – visto il programma di Azione presentato ieri. La speranza è di strappare qualche voto alla moribonda Forza Italia, nella convinzione che la Sinistra e i Verdi, si tureranno il naso per l’ennesima volta, pur di portare a casa lo scranno per i loro segretari. E poi, scommetto, all’ultimo secondo infileranno dentro anche Renzi e Boschi.

Non è un caso che anche la Gelmini (sì, quella della tanto criticata riforma della scuola), abbia aderito ad Azione.

Il prossimo è Brunetta, quello degli insulti al lavoratore “Sei dipendente? Perché ca..o parli allora? Il microfono ce l’ho io e comando io”. E poi, probabilmente, Carfagna.

Noi siamo distanti anni luce da queste logiche.

La strategia del Pd di Letta è stata quella del serpente che ti stringe e ti soffoca. Forse, adesso, ci siamo liberati dalla presa e possiamo tornare ad essere noi stessi. Basta compromessi, siamo qualcosa di profondamente diverso dal PD e qui a Torino è ancora più evidente.

Noi abbiamo un programma per il sociale e per l’ambiente, sostenuto da tutte le cose che siamo riusciti a fare in questi anni di governo.

Noi siamo il M5S e il Nostro Presidente è Giuseppe Conte.

L’onda nera che doveva abbattersi su Torino…

Vi ricordate l’onda nera che doveva abbattersi su Torino con la possibile vittoria di Damilano – candidato sindaco del centrodestra – alle amministrative?

Ecco, dopo un anno è tutto superato.

Il Pd apre il campo in vista delle elezioni politiche anche a lui:

“DA CALENDA A FRANTOIANNI ECCO IL CAMPO VINCENTE DEL CENTROSINISTRA. C’È POSTO PURE PER DAMILANO”, così Daniele Valle – consigliere regionale del Pd nonché coordinatore della campagna elettorale di Lo Russo – in un’intervista di oggi.

Adesso io posso immaginare che, quando qualcuno investe mezzo milione di euro per fare una campagna elettore, poi diventa difficile accontentarsi di fare solo il consigliere comunale; ma addirittura riciclarsi tra le file dell’ex avversario Lo Russo per un posticino in Parlamento mi sembra davvero troppo e davvero il peggio – se confermato – che il confronto elettorale torinese potrebbe aver prodotto.

Senza ovviamente considerare quelli che, sull’altro versante, ora spalancano le braccia a colui che appena un anno fa definivano “il candidato sindaco dei fascisti, degli omofobi e degli xenofobi”.

Il che dovrebbe almeno aprirci gli occhi sull’incoerenza ipocrita di un partito, il Pd, che vaneggia contro le destre per un pò di voto utile e nel mentre offre seggi ai Brunetta e ai Damilano di turno.

Un campo, questo largo, da cui conviene davvero stare alla larga.

Il 25settembre scegliamo Giuseppe Conte

Alghe nel Po, qualcuno, forse, dovrebbe chiedere scusa

Nel giugno del 2016 veniva individuata per la prima volta nelle acque del fiume Po la presenza di esemplari di Myriophyllum, una pianta infestante e molto pericolosa per la sopravvivenza delle piante autoctone.

Vista l’urgenza della situazione, la Giunta Appendino, con il supporto di volontari di Comune, Regione Piemonte, ENEA, IPLA, Società Remiere, e con l’appoggio tecnico di Comune, GTT e AMIAT, provvedeva ad estirpare manualmente le piante infestanti, presenti in grosse quantità.

I consiglieri delle allora minoranze, tra cui l’attuale assessore Tresso, dal giorno successivo cominciarono a criticare fortemente sia la scelta di coinvolgere i volontari, sia il provvedimento stesso. La parola usata era “faciloneria”, e l’intervento venne considerato “un evento mediatico che ha tamponato la situazione senza risolverla.”

Gli interventi furono in tutto 3. Estate 2016 autunno 2016 primavera 2017. Tutti manuali. Tali interventi furono definitivi.

A distanza di 6 anni nel Po è presente un’altra pianta infestante, l’Elodea Nuttallii: matasse e matasse sotto la superficie dell’acqua, situazione aggravata dalle straordinarie condizioni di siccità.

Apro il giornale per capire come l’assessore Tresso intende affrontare una estirpazione manuale: leggo che verranno utilizzati volontari di ENEA, Città metro, protezione civile, circolo remieri, tecnici del comune, operatori di Amiat, e via dicendo.

Sembrava un giornale del 2016, senza però l’incessante campagna denigratoria verso la nostra amministrazione che ha caratterizzato quei giorni.

Anche questa volta il tempo ci ha detto che avevamo ragione. Qualcuno, forse, dovrebbe chiedere scusa e dimostrare un minimo di onestà intellettuale.

ADDIO EUROVISION 2023

Torino malamente snobbata da Ebu. La ricandidatura della nostra Città ad ospitare l’edizione 2023 dell’Eurovision Song Contest nemmeno presa in considerazione.

Il Sindaco, non pervenuto, se non per i selfie con la chitarra.

Peccato.

MEGLIO GIOCARE NEL “CAMPO STRETTO”

Le nostre istanze sociali, ambientali e pacifiste unite ad una buona selezione dei futuri parlamentari; evitando di imbarcare nuovamente chi ha pensato solo al proprio tornaconto e non alle esigenze di tanti cittadini in difficoltà.

Ne ho parlato oggi con il Corriere Torino, che ringrazio per l’intervista e per la possibilità di ribadire quanto – da sempre – poco mi entusiasmasse il “campo largo” con il Pd.

Voi cosa ne pensate? Quali sono le proposte che il MoVimento 5 Stelle

dovrebbe portare avanti nella corsa per le elezioni politiche?

E quale metodo per selezionare bene i propri rappresentanti?

 

UN “CAMPO STRETTO” A SINISTRA DEL PD

Esattamente oggi, un anno fa, si svolgevano le primarie del MoVimento 5 Stelle a Torino per la scelta del candidato sindaco.

Nonostante le difficoltà e la fatica personale della campagna elettorale che seguì a quel voto interno, lo voglio ricordare (lo scatto è proprio un ricordo di quella sera)

per un’unica ragione.

Oggi il quadro politico nazionale pone al mio Movimento una scelta di percorso che noi, qui, maturammo già allora: quella, tardiva, di posizionarci – con i Verdi – alla sinistra di un Partito Democratico che guarda alle istanze elitarie dei Renzi e dei Calenda più che ai milioni di italiani in povertà, quelli che a votare comprensibilmente non ci vanno più.

E che, al tempo, qui a Torino fece la medesima scelta: accompagnarsi alle forze moderate e confermarsi nella rappresentanza della classe medio-alta cittadina, con contestualmente il 58% degli elettori, specie quelli delle periferie, che il giorno delle elezioni restò a casa.

Quel che rimane di quella scelta di campo a Torino, e degli errori che da parte nostra ad essa precedettero e seguirono, dovrebbe insegnarci almeno tre cose:

– la prima, che serve agire per tempo;

– la seconda, che serve uscire dalle ambiguità del posizionamento politico e rilanciare i nostri temi con passione e tenacia;

– la terza, che serve agire forti di quell’unità interna che può contestualmente permettere di costruire un percorso comune con le altre forze politiche che hanno veramente a cuore i temi della giustizia sociale e ambientale (per essere chiara, penso ai nomi di Bersani, di Pecoraro Scanio e di Fratoianni, ben lontani dal Pd).

Insomma un “campo stretto” e coerente è decisamente preferibile ad uno largo e inconcludente.

Ora, un anno dopo, davvero: ma cosa aspettiamo?

AUMENTO DI STIPENDIO PER IL DIRETTORE DEL TEATRO REGIO, TAGLIO DEGLI STIPENDI PER I SUOI LAVORATORI. LA RISPOSTA DELL’ASSESSORA PURCHIA.

Lunedì scorso in Consiglio Comunale ho interrogato l’assessora Purchia relativamente all’inopportunità della scelta di raddoppiare il compenso del Direttore Generale del Teatro Regio, portandolo da poco meno di 10 mila euro al mese a quasi 20 mila euro al mese, a maggior ragione in un periodo in cui la situazione economica dell’ente era così disastrosa da richiedere il Commissariamento del Teatro, l’utilizzo degli ammortizzatori sociali per i suoi lavoratori e il mancato rinnovo dei contratti a termine.

A ciò si aggiungeva, dalla fine del 2020, la revoca dell’erogazione degli aumenti di merito riconosciuti ai lavoratori al momento dell’assunzione, che si traduce in un cospicuo taglio degli stipendi.

In seguito al ricorso di alcuni dipendenti, il Tribunale di Torino ha dichiarato tale revoca illegittima, condannando il Regio al pagamento delle somme maturate fino a quel momento.

Le risposte dell’Assessora sono state a dir poco sconcertanti: al netto dell’arroganza e dei toni stizziti (evidentemente devo aver toccato qualche tasto sensibile), i tentativi di giustificare tale aumento sono stati imbarazzanti e l’assessora, con tanto di risposta scritta, è arrivata addirittura ad affermare che non c’è stato un raddoppio dello stipendio perchè, facendo la media tra i 12 mesi in cui il Direttore ha percepito 10000 euro al mese e i 9 mesi in cui ha percepito quasi il doppio, non si arriva a 20000 euro al mese – cosa piuttosto ovvia, dato che è una media.

In pratica sarebbe come dire che se a maggio ho percepito 1000 euro e a giugno 2000, il mio stipendio non è raddoppiato perché la media è 1500. Geniale.

A prescindere da questo, però, la risposta che non ti aspetti arriva alla fine: nonostante nella sua lunga e articolata trattazione l’assessora abbia sottolineato quanto il taglio degli stipendi dei lavoratori fosse stata una scelta obbligata, ora che il Tribunale di Torino ha finalmente dichiarato questa scelta illegittima, la Fondazione medesima sta comunque valutando l’opportunità di ricorrere in appello. Contro i lavoratori. Sempre e comunque.

Complimenti Assessora.

P. S. Di certo sarà una pura casualità, ma dopo la discussione della mia interpellanza il teatro Regio ha finalmente pubblicato, così come richiesto dalla normativa, i dati relativi agli stipendi dei dirigenti che fino a lunedì non erano stranamente accessibili.