La raccolta differenziata è ferma al palo

Criticai aspramente Lo Russo quando con Bragantini alla presidenza di Amiat fece l’ennesima nomina di partito nelle partecipate della città.

Oggi, dopo aver letto un’intervista all’assessora Foglietta nella quale dichiara che la raccolta differenziata, nel 2022, è ferma al palo sotto il 54% (nel 2021 l’avevamo lasciata al 53,3%, dopo averla ereditata da Fassino al 42%), mi viene da pensare che le critiche che mossi al tempo erano più che fondate.

Dal 2016 la progressione annuale è stata del +2%, +1,3%, +1,7%, +2,8%, +2,8%. Fondamentali, per raggiungere questo risultato, sono state le ecoisole. Poi è arrivata Bragantini e Torino è piombata sotto il + 0,7% fermandosi, appunto, sotto il 54%.

Un risultato pessimo, considerato che l’obiettivo fissato per il 2023 è il 65%, soglia ormai irraggiungibile. Oggettivamente un flop, tutto targato PD, visto che sindaco, assessora e presidente Amiat sono tutti esponenti dello stesso partito.

Pesa, indubbiamente, la scelta tutta politica di non estendere le ecoisole. Bragantini scrisse su Facebook prima di essere nominata presidente “Mi chiedo quali disturbi abbia chi li ha pensati così”. Per capire in che mani è finita Torino, basti pensare che l’azienda che li produce è in provincia di Cuneo, esporta in oltre 20 nazioni e può vantare tra i propri clienti città come Dubai, Barcellona, Buenos Aires, oltre che Genova, Arezzo, Grosseto e tante altre in Italia.

Il sito Amiat, inoltre, non è aggiornato come dovrebbe, motivo per cui ho depositato un accesso agli atti per conoscere i dati precisi del 2022 e lo stato d’avanzamento per il 2023. Sarebbe interessante sapere che obiettivo si porrà la giunta Lo Russo per l’anno in corso e per gli anni a seguire e per questo depositerò un’interpellanza.

È notizia di oggi che il Comune, grazie all’inceneritore, ha incassato dividendi per 15 milioni di €. Sorge il dubbio che dietro il rallentamento della differenziata ci sia una vera e propria regia.

BILANCIO 2023-2025: UNA CITTA’ SENZA PROSPETTIVE

Si è appena conclusa la seduta di Consiglio Comunale che ha visto l’approvazione del rendiconto della gestione per il 2022.

Si chiude così un percorso lungo quasi due mesi che la settimana scorsa aveva visto l’approvazione del bilancio di previsione 2023-2025.

Il secondo bilancio della Giunta Lo Russo a nostro giudizio si può riassumere in tre concetti: nuovi aumenti delle tasse, taglio delle spese correnti, dunque dei servizi, per il biennio 2024/2025 e assenza totale di prospettive future.

Un bilancio che quest’anno pareggia esclusivamente grazie a due interventi straordinari.

Da una parte i fondi del PNRR, portati in Italia dal Presidente del M5S Giuseppe Conte, che consentono alla nostra Città di aumentare le spese in conto capitale e di finanziare una serie di investimenti necessari, alcuni dei quali tra l’altro fatti partire dall’amministrazione Appendino.

Dall’altra il Patto per Torino che, grazie a una serie di azioni per lo più vessatorie a carico dei nostri concittadini, come l’aumento dell’irpef o la riduzione delle possibilità di rateizzare i debiti maturati nei confronti della pubblica amministrazione, consente di liberare risorse per la spesa corrente

Però si tratta, appunto, di due contributi straordinari, e già dai prossimi anni queste entrate cominceranno a diminuire: per quanto riguarda il Patto per Torino, per esempio, si passerà dai 140 milioni che il Comune incasserà nel 2023, ai 97 che verranno erogati nel 2025, ai 40 degli anni successivi, e l’evidenza che si ha leggendo questo bilancio è che la Città si sia ritrovata tra le mani una fortuna inaspettata, ma senza avere assolutamente idea di come gestirla e di come recuperare quelle risorse che già dal prossimo anno non ci saranno più.

L’impressione è che l’unico obiettivo dell’amministrazione Lo Russo sia quello di tirare a campare per i prossimi 5 anni, che corrisponde alla stessa percezione che i Torinesi hanno nei confronti del Sindaco.

Nel migliore dei casi inesistente, arroccato nel palazzo, pronto ad intrattenere la sua ristretta cerchia strimpellando accordi con la chitarra degli Eugenio in Via Di Gioia, suonando su una barca che nel frattempo affonda come il Titanic, senza avere un vero piano di rilancio per una Città che ha sempre meno abitanti, che è sempre più povera, in cui si vive sempre peggio e che scende sempre di più nelle classifiche relative alla qualità della vita.

Nel peggiore dei casi addirittura dannoso nella sua azione amministrativa, al vertice di una Giunta pronta ad aumentare le tasse (l’anno scorso l’Irpef, quest’anno la cosap, la tari e il canone per le affissioni pubblicitarie), senza però migliorare la qualità dei servizi e senza riuscire ad affrontare in maniera concreta i tanti problemi che affliggono la Città.

L’unica costante di questo bilancio è il taglio della spesa corrente nei prossimi anni, per un totale di 123 milioni di euro in meno sul bilancio del 2024 e di 175 milioni in meno per il 2025. Al momento nessun componente della Giunta ha idea di quali siano i capitoli di spesa in cui andrà a tagliare, ma i primi effetti sono già evidenti.

Nonostante le assunzioni, nel 2025 il saldo tra personale assunto e personale in uscita è negativo, con 115 dipendenti in meno rispetto all’inizio del triennio.

Torna inoltre a salire la quota di oneri di urbanizzazione che la Città mette a bilancio, che si traduce in maggiore quantità di cemento e in maggior consumo di suolo.

Anche dal turismo ci si aspettano minori entrate, dunque un minor afflusso di visitatori: si passerà dai 9 milioni di euro previsti nel 2023 dalla riscossione della tassa di soggiorno (che è un indicatore degli arrivi nella nostra Città) agli 8 milioni previsti nel 2024.

Per quanto riguarda i servizi educativi, si punta tutto sul calo demografico, che porterà al compattamento di alcune sezioni e di conseguenza ad una riduzione della spesa.

Ciò che traspare esaminando ogni capitolo di bilancio è la totale assenza di prospettive future e le uniche voci che non subiranno una contrazione degli stanziamenti, ma addirittura un aumento, sono quelle relative ai costi della politica (circa 1 milione e 600 mila euro in più, tra Sindaco, Giunta e Consiglieri Comunali) e al Gabinetto del Sindaco (in cui, l’anno scorso, era inserito l’evento di autopromozione della Giunta Lo Russo svoltosi alle OGR)

In conclusione, dunque, se l’anno scorso avevamo acceso un faro sulle criticità del bilancio della Città, su cui la nostra amministrazione aveva cominciato un percorso virtuoso di risanamento, quest’anno tali difficoltà sono rese ancora più evidenti nei numeri contenuti all’interno delle oltre 300 pagine del documento finanziario approvato dalla Sala Rossa

Tenuto conto della quota di disavanzo annuale da coprire, che passa dai 23 milioni di quest’anno ai 67 milioni del 2025, tenuto conto che il contributo erogato con il patto per Torino dovrebbe servire, almeno in parte, a coprire questo disavanzo, e considerato che l’importo di tale contributo si ridurrà notevolmente, come sarà possibile, già dai prossimi anni, coprire le spese correnti, necessarie e ripetibili introdotte con il bilancio 2023?

Per la nostra Città si prospetta un futuro veramente preoccupante.

La festa più bella

Il #25aprile è la festa più bella, e basterebbe l’eterna gratitudine a chi ci ha regalato la libertà dalla dittatura e dall’oppressione nazifascista a renderla tale.

Ma c’è di più o, quanto meno, vorrei ci fosse.

Non riesco davvero a tollerare l’ipocrisia di chi celebra questa giornata senza ripudiare nella maniera più ferma e assoluta ogni forma di violenza e di guerra. E di farlo nell’unico modo possibile: promuovendo il disarmo e la pace tra i popoli. Esattamente come vorrebbe la nostra Costituzione, che delle partigiane e dei partigiani è la vera eredità morale.

Buon 25 aprile a tutti, che sia sentito e che sia di vera resistenza civile

SI VOTA IL BILANCIO, MA LA MAGGIORANZA NON HA IL NUMERO LEGALE

Oggi in Sala Rossa si sarebbe dovuto discutere il Bilancio di previsione 2023-2025, il documento che autorizza tutte le spese che la Città di Torino sosterrà nei prossimi mesi.

Un documento che si può sintetizzare in tre concetti: nuovo aumento delle tasse per i Torinesi, tagli alla spesa corrente (dunque ai servizi) per le annualità 2024-2025 e totale assenza di prospettive per il futuro, poiché si chiude esclusivamente grazie alle entrate straordinarie del Pnrr e del Patto per Torino.

Nonostante il bilancio sia a tutti gli effetti l’atto più importante della Città, la maggioranza non ha tenuto il numero legale per portare al voto la deliberazione: seduta chiusa con largo anticipo e discussione rimandata al prossimo consiglio.

Se questo è il senso di responsabilità dimostrato dalla maggioranza PD che governa Torino, che ormai da mesi chiede sacrifici ai cittadini in cambio di servizi scadenti e di una qualità della vita sempre più bassa, sono davvero preoccupato per il futuro della Città.

TRANSIZIONE ENERGETICA: LE LOSE DI VIA PO SI TRAMUTERANNO IN SOSTENIBILE ASFALTO?

Dagli organi di stampa si apprende che l’intervento in via Po porterà l’eliminazione nella parte centrale dei masselli in pietra, l’introduzione del materassino antivibrante e una finitura superficiale simile a via Cernaia.

L’ammaloramento del manto stradale è da imputare principalmente al passaggio dei mezzi su gomma, mentre i costi di un suo ripristino vengono attinti dal capitolo delle manutenzioni tranviarie pur non essendo il tram responsabile in quanto al massimo consuma le rotaie, che sono state

sostituite l’ultima volta nella prima metà degli anni 80, quindi circa dopo quarant’anni di onorato servizio.

L’utilizzo di mezzi su gomma è da deprecare laddove esistano infrastrutture tranviarie che possano assolvere in maniera nettamente più efficiente al compito di assicurare la mobilità dei cittadini (esemplare è l’impianto di via Accademia angolo via Rossini in cui non passa nessun tram ma ben quattro linee automobilistiche).

Corrisponde al vero che saranno eliminati i masselli in pietra nella parte centrale dei binari?

È stata interpellata la Soprintendenza e quale parere è stato espresso?

Questa giunta intende avviare, nel piano di ammodernamento della rete di trasporto pubblico della città, una riflessione volta a ridurre al minimo, laddove possibile, l’uso di bus su vie lastricate, in particolar modo tentando di eliminare gli autosnodati al fine di rendere il centro città percorso principalmente da tram che non usurano il manto stradale e le rotaie su cui scorrono le vetture

sono maggiormente durevoli rispetto all’asfalto?

Interpellanza depositata, aspettiamo le risposte…

 

Non nel Parco della Pellerina

Sabato mattina di banchetti del MoVimento 5 Stelle Torino in tutta la città. Tante firme raccolte per chiedere che il nuovo ospedale di Torino nord venga costruito in una delle tante aree industriali dismesse e già antropizzate e non nel Parco della Pellerina.

Grazie a chi ha firmato oggi la nostra petizione e a chi lo farà nelle prossime settimane. Non molliamo: salviamo il nostro parco!

Qui con Chiara Appendino e gli attivisti della Circ7.

DISABILITY PRIDE SENZA RAMPA DISABILI?

MA DAVVERO LA CITTA’ HA CONCESSO AL DISABILITY PRIDE UN PALCO CON PROBLEMI DI ACCESSIBILITA’ SENZA CONTRIBUIRE ALLA SPESA PER L’AFFITTO DI UNA RAMPA DI ACCESSO?

La Giunta Lo Russo ne ha combinata un’altra.

Oggi si è svolto per la prima volta a Torino il Disability Pride, un evento che si pone l’obiettivo di sensibilizzare le persone sul tema della disabilità e celebrare l’orgoglio di essere come si è, contro ogni forma di abilismo, discriminazione e pietismo

Oltre a patrocinare l’evento, la Città ha concesso gratuitamente il palco allestito in Piazza Castello, che però non risulta accessibile alle persone con disabilità e necessita di una rampa.

Vista la grave carenza, già di per sé surreale nel contesto di un evento in cui la disabilità è il tema centrale, e viste le polemiche degli scorsi giorni sulla scarsa sensibilità della Regione nel non concedere il patrocinio all’evento, il minimo sindacale da parte della Città di Torino sarebbe stato contribuire al costo di affitto della rampa di accesso al palco per le persone con disabilità.

Invece pare che questa spesa sia stata interamente sostenuta dall’organizzazione del Disability Pride, che tra l’altro sta portando avanti una campagna di crowdfunding con cui coprire parte dei costi dell’evento.

Ho presentato un’interrogazione all’assessore Rosatelli, che ultimamente appare sempre più in difficoltà, e lunedì, in sede discussione del bilancio in consiglio comunale, proporrò un emendamento per integrare il capitolo di bilancio relativo alla disabilità, in modo da poter dotare la Città di un palco completamente accessibile.

Di certo però la Città di Torino, da sempre sensibile ai temi della disabilità e dell’accessibilità, non può e non deve permettersi queste gaffes.

Clochard, l’ipocrisia della Giunta Lo Russo

L’attuale giunta ha già dato prova della sua arroganza e della propria incoerenza in molteplici casi. Ma eccone un altro.

Ieri sera, ho appreso leggendo CronacaQui, è stato fatto uso della forza al dormitorio di Via Traves, che accoglieva diversi clochard. Sono stati cacciati “perchè era prevista la chiusura”.

Due anni prima, per un’operazione di routine in Via Viotti, (ripetuta, peraltro, anche dall’attuale giunta), si scatenò il putiferio contro di noi. Carretta: Pietà l’è morta! Lo Russo: gesto umiliante!

Ipocriti.

 

CENSORED!

Ieri l’assessore Rosatelli, in quota Sinistra Ecologista, ha presentato in commissione la proposta di istituire la “consulta per la diffusione e l’esposizione dei messaggi pubblicitari in materia di comunicazione sociale”, un organo che dovrebbe essere composto da cinque persone, tre indicate dalla maggioranza e due dalle minoranze, a cui si possono rivolgere gli uffici comunali dei tributi per avere un parere sull’affissione di un manifesto.

È una proposta che mi trova assolutamente contrario.

Una consulta con una forte connotazione politica che debba dare un parere su questioni etiche o morali e che prenda decisioni a maggioranza semplice, invece che a maggioranza allargata, è a tutti gli effetti una “consulta della censura”, e mi colpisce che la proposta venga proprio dalla parte più a sinistra della maggioranza, che almeno sulla carta dovrebbe avere posizioni più liberali.

Quando le campagne di advocacy sono oggettivamente contra legem esiste già un organo preposto che le blocca in partenza, ma in tutti gli altri casi le questioni rientrano nel campo della sensibilità personale, per di più all’interno di una consulta nominata dalla politica, e tutto ciò è decisamente molto preoccupante, oltre che un attacco alla libertà di pensiero.

Tra l’altro il primo obiettivo raggiunto è stato quello di censurare la discussione sull’aumento delle tasse del 4,3% per i Torinesi, che si sarebbe dovuta svolgere questa mattina e da cui invece l’attenzione è stata distolta.

Quando si è convinti delle proprie idee non si dovrebbe temere la libertà di espressione.

Invece fino a ieri eravate tutti Charlie Hebdo, mentre oggi siete tutti censori.

Salviamo la Linea 8

A pochi giorni dalla presentazione del progetto NTT, Nuovo Trasporto Torino, parte la mobilitazione per evitare lo spostamento del capolinea della Linea 8 da San Mauro (piazza Mochino) a Torino in piazza Sofia.

I residenti e gli utilizzatori della linea 8 lamentano la mancanza di confronto con i territori.

La linea 8 oggi collega direttamente la zona ospedali di Torino con la Città di San Mauro e rappresenta un asse di spostamento particolarmente importante.

L’arretramento del capolinea in piazza Sofia non fa altro che rendere meno fruibile e agevole l’utilizzo del mezzo pubblico agli abitanti nel quartiere Barca e Bertolla e ai residenti della prima cintura Nord.