La nuova Torino multicentrica: Biennale Democrazia sbarca in Aurora

Sinceramente, nonostante l’impegno profuso da tutti, non ritenevamo scontato il successo dei 5 giorni della manifestazione Biennale Democrazia, che per la prima volta ha concentrato buona parte degli eventi nel quartiere Aurora espandendosi dal Centro della Città che lo ospita da anni.

Le ansie sulla riuscita riguardavano vari fattori, non ultima quella della Sicurezza, alla luce dell’annunciata manifestazione degli “anarchici” supportati da Black block provenienti da altre regioni italiane ed Europee, abilmente disinnescata dalle nostre forze dell’ordine.

Invece Aurora ha dato il meglio di sé, rendendoci orgogliosi del nostro territorio e della nostra meravigliosa gente proveniente da diversi luoghi e culture.

Il Tavolo Progettazione Civica del Comune di Torino, coordinato da Cristina Seymandi dello staff dell’Assessore all’Ambiente Alberto Unia e supportato dai 4 Consiglieri Pentastellati della Circoscrizione 7, ha invitato le Associazioni e i Comitati del territorio a proporre idee e progetti, per attivare eventi collegati a BD su tutto il territorio di Aurora.

Non potendo descriverli tutti, vorrei citarvi come esempio quello della mattina di Sabato 30 marzo: mentre alla Nuvola Lavazza (altra splendida realtà del territorio) si teneva l’evento di PIF “Mafia Quotidiana “ per le strade del quartiere si snodava un corteo di cittadini che partecipava a   “Pranzo dal mondo con www.eatnico.com , su un progetto dell’Associazione Culturale Nessuno, sostenuta dalla Città di Torino nell’ambito di A x To – azioni per la periferia torinese.

La splendida giornata primaverile ha fatto da cornice all’appuntamento dato ai cittadini nel cuore del quartiere, fra Corso Emilia e Borgo Dora, dove un coro di bambini e un pianoforte ci hanno deliziato con dei brani musicali.  Un’affluenza davvero inaspettata nella sua quantità e qualità: tanti cittadini si sono raggruppati per visitare i locali food etnici della zona assaggiando i vari cibi, dalla Gastronomia Senegalese a quella pachistana, al nuovo ristorante siriano in Corso Giulio, e poi ancora frullati, kebab e dolci al miele… Delizie per il palato, ma il cibo rappresenta soprattutto un forte catalizzatore di integrazione, della scoperta delle altre culture. Dei giovani ragazzi italiani di origine straniera nella veste di Mediatori Gastronomici hanno riscoperto insieme a noi, piemontesi di origine meridionale e piemontesi da generazioni, gusti nuovi ma anche antichi, nuove soluzioni per vecchi sapori, inaspettate affinità con le nostre cucine regionali.

E nei sorrisi di quella umanità che è la linfa del nostro Quartiere, della nostra Città, mentre un marocchino regalava bicchieri di profumatissimo thè alla menta, si vede l’alba di una rinascita della nostra Comunità multietnica, anzi, l’ Aurora.

Antenne e ripetitori di segnali. Vigiliamo

Abbiamo deciso di dare ulteriore risalto, perché molto ne è stato già dato, ad un problema che riguarda non solo il ns. territorio, ma che vuole aprirsi ad una piu ampia riflessione sul tema ANTENNE e RIPETITORI DI SEGNALI in particolar modo legati alla telefonia cellulare.

Abbiamo nel nostro territorio il quartiere Borgata Frassati costituito da una serie importante, in termini numerici, di edifici ,compresi tra via Pietro Cossa 293 e 280, che si vedono “circondati” da antenne posizionate sui tetti degli edifici.

Il 14 di febbraio  dopo alcune assemblee organizzate da Legambiente,ed in seguito anche ad una petizione, un importante numero di persone residenti, si e’ riunito per dar voce alle loro paure in seguito all’ennesima installazione di un’antenna su un tetto di un edificio “privato” (e’ importante sottolinearlo).

Sebbene non vi siano ancora al momento studi scientifici,  considerata la relativa giovane eta’ delle nuove tecnologie, che dimostrino con certezza la correlazione tra onde magnetiche e tumori, la popolazione di questo quartiere e’ sicuramente allarmata ed ha chiesto una volta in piu’ aiuto alle istituzioni che hanno il dovere di vigilare sulla salute dei cittadini.

Il problema va sicuramente guardato sicuramente con una più ampia veduta e apre a nuovi problemi per l’amministrazione comunale.  In comune si dibatte sin dal mese di ottobre 2018 sul  tema 5g ed emissioni elettromagnetiche e nel corso della manifestazione il presidente della commissione comunale speciale SmartCity, l’ing. Curatella ha voluto rassicurare in prima persona nel merito delle diverse questioni poste da parte dei cittadini.

Alla manifestazione, hanno preso parte, tutti concordi rispetto le dinamiche e le paure che le nuove tecnologie possono far nascere, esponenti politici delle diverse forze politiche che amministrano la città trovandosi tutti d’accordo nel merito della questione.

Per quanto concerne l’attività politica ,il gruppo consiliare del MoVimento 5 stelle, ha presentato un ordine del giorno in circoscrizione, votato all’unanimità dal consiglio,  con il quale si chiede all’amministrazione comunale di attivarsi per avere quanto prima possibile:

Una mappatura dettagliata delle antenne di telefonia mobile già installate e di prossima istallazione sul territorio, partendo dalla Circoscrizione 5, da aggiornarsi almeno una volta l’anno

Un regolamento  ed un piano per la localizzazione territoriale delle stazioni radio base per telefonia mobile, che pianifichi le aree del territorio idonee ad ospitare future antenne di telefonia mobile e similari,.

A questo si aggiungono sicuramente le valutazioni legate a  tutti gli aspetti legislativi e giurisprudenziali in materia , con  lo scopo di individuare i siti idonei per l’istallazione delle antenne, in modo di minimizzare l’esposizione elettromagnetica della popolazione, prediligendo siti di proprietà comunale.

Si e’ richiesto inoltre all’amministrazione di verificare ogni anno che sia eseguita una valutazione delle esposizioni elettromagnetiche risultanti in seguito a nuove installazioni da parte dei gestori di telefonia , coinvolgendo ARPA Piemonte e di valutare ogni possibile nuova installazione mediante il principio di precauzione allo scopo di tutelare la salute pubblica, il paesaggio e l’ambiente tenendo insieme le esigenze degli utenti con i criteri di sostenibilità;

Siamo certi che molti bimbi avranno già avuto il piacere di “collaudare” le nuove aree gioco del quartiere Vallette, Madonna di campagna e non solo.  Restiamo  consapevoli che numericamente la maggior parte delle aree gioco necessitino di importanti interventi per tornare alle condizioni originali, ma seppur triste da dirsi, va rammentato che il comune di Torino e’ sistematicamente sull’orlo  del pre-dissesto finanziario (eredità del passato) e per dare un ordine di grandezza in merito al rifacimento di un area gioco di piccole medie dimensioni sappiate che indicativamente la città spende 60000€. Vorremmo rassicurare una volta in piu’ i cittadini che tutte le segnalazioni che ci vengono fatte via social o ai banchetti che ogni sabato facciamo nelle diverse piazze del nostro territorio , sono puntualmente trasformate in segnalazioni che assicuriamo non vanno perse nel dimenticatoio.

 

I ragazzi e le ragazze di Utøya

Parte dalla fine degli anni Novanta l’avvio di un percorso che portò di volta in volta all’individuazione di vari luoghi che potessero assolvere alla necessità di aprire nuovi spazi biblioteca.

Furono così individuate la scuola Amstrong, nel 1998 e Calvino sempre 1998 poi via Carrera e via Capelli in un ex fabbricato industriale, per arrivare nel 2001, all’apertura, in via Saccarelli 18, del Punto di lettura e prestito Gabriele D’Annunzio. Una sede non molto grande (150 mq circa) che ospitava 7000 volumi, una manciata di posti a sedere, alcune postazioni di navigazioni Internet e uno spazio ragazzi che riesce fin da subito a radicarsi nel quartiere e a fidelizzare un numero significativo di lettori, con una media annua di circa 20.000 prestiti.

Il punto Lettura D’annunzio si guadagna rapidamente l’attenzione delle scuole del quartiere; realizza progetti culturali attenti alle necessità di cittadini disabili in collaborazione con alcuni centri diurni. Il limite degli spazi disponibili e la coabitazione con la circoscrizione, che utilizzava il salone al piano terra della struttura di Via Saccarelli, punto di riferimento anche per la associazioni, rendono complicata la situazione dal punto di vista logistico e della sicurezza.

La situazione è resa ulteriormente complicata dall’avvio del progetto della circoscrizione e del decentramento per l’affidamento di una parte degli spazi dell’edificio di via Saccarelli alle associazioni per la realizzazione di quello che sarà conosciuto come +Spazio 4. La coabitazione con la biblioteca  si prolunga sino al 2015; il punto prestito di via Saccarelli cessa l’attività perché gli spazi mansardati, che ospitavano la biblioteca, a seguito di una verifica approfondita, per carenze nel ricambio dell’aria  vengono dichiarati inagibili.

Nel frattempo si erano resi disponibili alcuni spazi alla scuola Calvino in via Zumaglia. Gli spazi vengono giudicati idonei non solo per la prossimità con la scuola, ma anche per le possibilità di compartimentazione  che la struttura presenta, con un accesso dedicato e vicinanza ai mezzi pubblici.
E siamo, finalmente, ai giorni nostri; si avvicina il momento in cui la struttura bibliotecaria di Via Zumaglia 39 si chiamerà I ragazzi e le ragazze di Utøya. A partire dalla prossima settimana i cittadini potranno godere di questo servizio  che rappresenta, altresì, un’importante tappa per lo sviluppo dei servizi bibliotecari a Torino.

450 metri quadri di superficie in cui trovano spazio 52 posti a sedere, un’area dedicata ai bambini e ai ragazzi e una per attività destinate a piccoli gruppi.

È dotata di arredamenti flessibili e facilmente spostabili, al fine di rendere agevole la realizzazione di incontri, presentazioni e conferenze; dotata di attrezzature tecnologiche avanzate, come il sistema RFID (Radio – Frequency Identification), che consentirà al pubblico di fruire di una postazione di autoprestito, di navigare su internet, di consultare il catalogo e utilizzare il Wi-Fi (nell’ambito della rete FreeTorinoWiFi). Un sistema orientato alla facilità d’uso e alla massima autonomia dei lettori.

La dotazione di suoi libri di narrativa e saggistica, anche in lingua e con la presenza di audiovisivi rappresenterà un modello di presidio culturale per il quartiere, aperto alle esigenze di tutte le fasce di pubblico, aggiornato in modo da offrire risposte e orientamenti per affrontare le sfide della contemporaneità.

In questa nuova sede la cittadinanza potrà usufruire del progetto BILL – La Biblioteca della legalità, promosso dalla Fattoria della legalità, Ibby Italia – International Board on Book for Young people, Forum del Libro, che si realizza a Torino grazie alla collaborazione fra Biblioteche civiche torinesi, Fondazione Circolo dei lettori, Garante dei diritti delle persone private della libertà e altre istituzioni. Il progetto nasce per diffondere la cultura della legalità e della giustizia tra le giovani generazioni attraverso la promozione della lettura.

Info:
puntobibliotecario.utoya@comune.torino.it
Telefono: 01101128485-28486
Orario di apertura al pubblico:
Lunedì-mercoledì: 13.00-19.00
Giovedì e venerdì: 9.00-15.00

UN NUOVO FUTURO PER L’AREA EX DIATTO

L’attesa per l’inizio dei lavori sarà ancora lunga, ma una cosa è certa: l’area dell’ex Diatto in via Fréjus non sarà occupata né da palazzoni, né da un supermercato come era stato immaginato dalla scorsa amministrazione.
Grazie ad un grande lavoro del Vicesindaco Montanari e dei suoi uffici, lo scempio a cui abbiamo assistito nel 2013 e il buco che ci ha accompagnato in questi anni saranno riempiti in parte da uno studentato e in parte da un giardino in piena terra con sbocco sia su via Revello che su via Cesana.
Speriamo che i lavori possano partire già nel 2020.

Ricordiamo il giorno dell’abbattimento…il quartiere militarizzato, mentre le ruspe in fretta e furia radevano al suolo parte della storia del quartiere… quartiere che già si era mobilitato e non rimase immobile di fronte a quella distruzione.
Oggi non si può tornare indietro, i soldi della vendita sono stati incassati e il buco c’è, quello che ci rimaneva da fare era trovare un progetto migliore e più adatto al quartiere.

La Città è riuscita ad ottenere dalla proprietá  il recupero di parte della struttura industriale lungo via Revello da utilizzare come area eventi per il quartiere e 2000 mq nella parte di edificio vincolata su via Fréjus (oltre la parte oggi destinata ai servizi bibliotecari che rimarrà tale).
Abbiamo proposto al Vicesindaco che quella parte sia destinata ad ospitare un’aula studio pubblica, data la vocazione universitaria della città e la carenza di posti durante le sessioni esami ed eventualmente delle sale da assegnare mediante il Regolamento beni comuni della Città.

Questa è la nostra proposta, ma riteniamo che sia doveroso e importante ascoltare il quartiere prima di prendere qualsiasi decisione definitiva.
Cosa ne pensate?

Problema risolto in Piazza Santa Rita

Nel Luglio 2018 ha aperto il McDonald’s in Piazza Santa Rita da Cascia n.9, all’angolo con via Barletta, con apertura alle 7:00 di mattina e chiusura alle 1:00 in alcuni giorni.

Dalla data di apertura del locale, sia i residenti adiacenti che quelli nelle vicinanze al punto di ristoro, personalmente e tramite i propri amministratori, si sono lamentati numerose volte coi responsabili del ristorante lamentando l’impossibilità di poter aprire le finestre di casa, dato l’incessante odore di frittura che investiva la zona nell’orario di apertura del ristorante.

Oltre al problema sopracitato si aggiungeva quello dello scarico dei prodotti che avveniva verso le 5:00 di mattina, con rumori e a volte schiamazzi, operato tramite un grosso camion che veniva parcheggiato in mezzo a via Barletta, subito sotto agli edifici residenziali.

Siamo stati contattati dai cittadini residenti perchè, nonostante le segnalazioni, non ricevevano risposta dalla circoscrizione e quindi si erano adoperati per raccogliere le firme necessarie ad una petizione.

In data 5 novembre abbiamo presentato la prima interpellanza per sapere se la circoscrizione era al corrente dei problemi riscontrati dai residenti, se avevano contattato i responsabili del McDonald’s per mediare una soluzione per quanto riguardava gli orari di approvvigionamento dei materiali e quindi evitare gli schiamazzi e i rumori notturni, e se era stato richiesto, attraverso le autorità competenti, di predisporre un controllo sulla messa a norma dell’impianto di scarico fumi e filtrazione del ristorante, e nel caso far provvedere la sostituzione dei filtri con altri più performanti.

Con l’interessamento finalmente della circoscrizione, qualche cosa ha iniziato a muoversi: lo stallo del carico/scarico è stato ingrandito per ospitare il camion delle consegne ed è stato modificato l’orario posticipandolo alle 6:30 e non più alle 5:00; intanto le autorità competenti hanno effettuato dei controlli sia per quanto riguardava i rumori che gli odori. Se i rumori risultavano “a norma” tale non era l’esito degli odori molesti, tanto che, anche in seguito ad un esposto del condominio adiacente, l’esercizio è stato sottoposto ad indagine per approfondimenti.

In seguito a questi eventi però sussisteva ancora il problema del grosso camion utilizzato per lo scarico delle merci, parcheggiato in seconda fila in via Barletta sotto ai palazzi e dal quale veniva spostata la merce con un transpallet elettrico.

In data 14 gennaio 2019 abbiamo presentato una mozione per proporre lo spostamento dello stallo in una zona inutilizzata della piazza, l’inutilizzato svincolo di via Barletta che serviva quando la strada era a doppio senso di marcia, spazio utilizzato per le operazioni di carico/scarico del Girarrosto Santa Rita da tempo e che non arrecano nessun fastidio ai residenti; nella stessa mozione abbiamo anche chiesto i collegamenti dell’area verde adiacente con le strisce pedonali e una sistemazione della sosta nella piazza dato che gli spazi non sono delimitati.

Il comune, nel mese di febbraio, ha predisposto e presentato un nuovo piano parcheggi per la piazza e  le zone limitrofe, compresi gli attraversamenti pedonali; lo spostamento dello stallo invece sembra non sia possibile per il parere negativo del corpo dei vigili urbani dato che la nuova posizione proposta è ritenuta inidonea per la necessità di manovrare il grosso mezzo.

Intanto il McDonald’s ha provveduto a sostituire il grosso camion con un mezzo più piccolo e adatto allo spazio dedicato, mentre lo spostamento dello stallo avverrà non appena sarà terminato il passaggio alla raccolta differenziata porta a porta che libererà la strada dai bidoni davanti al ristorante.

Gazebo Sambuy

Il gruppo consiliare M5S ha richiesto agli uffici centrali una attenta analisi della Delibera che prevedeva il restauro e la messa a norma del Gazebo situato all’interno del giardino aulico Sambuy di piazza Carlo Felice.
In delibera veniva infatti stanziata una cifra consistente per l’opera di ammodernamento, 60.000 euro, in base alle richieste fatte dalla associazione che attualmente si occupa delle attività presso il gazebo stesso.

Il gazebo Sambuy, è nato nel 1998 grazie alla collaborazione tra l’associazione commercianti Via Roma e la Città di Torino, un piccolo palco, con la concessione gratuita del suolo antistante per collocare le sedie degli spettatori, e accentuato dalla collaborazione di alcuni bar della piazza che facevano servizio ai tavoli…
Un periodo di splendore che ha riqualificato almeno in parte quel giardino che come tutti gli spazi in prossimitá delle grandi stazioni non era meta delle migliori frequentazioni.

Attualmente continua ad essere nelle proprietà dell’associazione commercianti Via Roma, se la città dovesse assimilarlo al proprio patrimonio sarebbe costretta ad un impegno economico notevole per renderlo una struttura sicura ed accessibile….
La spesa preventivata, per una struttura degli anni 90, e quindi non storica, la consideriamo eccessiva per un’installazione mobile di quel genere, e l’attuale progetto risulta essere troppo poco chiaro per permettere una accurata valutazione.
Il gruppo consiliare m5s della circoscrizione 1, vista la situazione economica della città ritiene sia necessario valutare la possibilità di ridurre al minimo le spese, riportando il gazebo all’uso per cui era stato installato, si ritiene inoltre opportuna una valutazione accurata dello stato di fatto del bene prima di un eventuale passaggio da proprietà privata a pubblica.

Arrivano i nostri… nuovi civic

Il Corpo di Polizia Municipale della Città di Torino conta attualmente circa 1.650 unità, con un’età media di 49 anni.
Attualmente, alla Polizia Locale sono attribuiti sempre maggiori e significativi compiti in ambito di sicurezza urbana, stradale e di tutela del cittadino, ha compiti universali e riveste le stesse qualifiche degli altri organi di polizia. Considerate le molteplici funzioni ed azioni che caratterizzano la quotidiana attività degli appartenenti al Corpo, si è reso necessario ed urgente procedere al rafforzamento dell’organico ed all’ampliamento dell’operatività.

Nell’estate 2018 è stata pertanto indetta una selezione pubblica per la copertura, tramite contratto di formazione e lavoro della durata di 12 mesi, di n. 50 posti nel profilo specifico di Agente di Polizia Municipale. Tale tipologia contrattuale consente l’assunzione di giovani che non abbiano compiuto i 32 anni alla data di stipulazione del contratto di lavoro. Al termine dei 12 mesi i contratti potranno essere convertiti da formazione e lavoro a tempo indeterminato.

Sono state presentate circa 6.000 domande di partecipazione, solo in 2.500 circa si sono presentati alla prova pre selettiva ed in 1.000 circa sono approdati a sostenere la prova scritta. I colloqui, circa 600, si sono tenuti nei mesi di gennaio e febbraio davanti alla Commissione presieduta dal Comandante del Corpo, Emiliano Bezzon, ed in data 27.02.2019 è stata pubblicata la graduatoria definitiva.
I primi 50 sono stati assunti a fine marzo e, al termine di un corso di formazione di tre mesi iniziato nei primi giorni di aprile, saranno pienamente operativi ed impiegati presso i Comandi Territoriali. La graduatoria resterà in vigore per tre anni, al termine dei quali, compatibilmente con le risorse di bilancio e sulla base del piano delle assunzioni, tutti i soggetti potrebbero essere definitivamente assunti dall’Amministrazione.

È iniziato il percorso con il quale l’Amministrazione, un passo per volta, vuole concretizzare un rafforzamento ed un abbassamento dell’età del Corpo, oggi quantomai necessario.

Le nostre battaglie, i nostri successi

Sono passati quasi tre anni da quando, il 19 giugno 2016, Chiara Appendino veniva eletta Sindaca di Torino e il Movimento 5 Stelle prendeva la guida amministrativa della Città.

Siamo consapevoli che grandi erano le attese e la voglia di un’alternativa che sapesse, finalmente, di novità.

Il nostro impegno è stato innanzitutto quello di instaurare un nuovo modo, diverso e più trasparente, nella gestione della cosa pubblica, ampliando il più possibile i canali di comunicazione e le occasioni di confronto tra Amministrazione e cittadini. Una comunità informata e partecipe è una comunità che guarda con maggior consapevolezza e responsabilità al futuro.

Ed è proprio la grande responsabilità nel programmare il futuro che ha spinto più di ogni altra cosa la nostra azione in questi anni, con particolare attenzione a quelle battaglie dall’urgenza non più differibile. Tra queste spicca quella legata alla sostenibilità ambientale e al miglioramento della qualità della vita. È per questo che, su volontà ed indirizzo del nostro gruppo consiliare, la giunta ha approvato le linee guida del progetto “Torino Centro Aperto”, un nuovo modello di viabilità che segnerà la fine della più che ventennale ZTL centrale migliorando la fruibilità dell’area del centro storico. Come consiglieri del Movimento 5 Stelle abbiamo salutato questo provvedimento come una delle tappe verso la realizzazione del nostro programma amministrativo ma, ancor di più, come un passo che avvicina Torino alle iniziative che hanno preso e stanno prendendo tutte le grandi città europee, i cui centri sono sempre più a misura d’uomo e sempre più attrattivi per cittadini e turisti.

E di turisti i torinesi in questi ultimi anni ne hanno avvistati parecchi: la Città ha visto infatti premiato il suo patrimonio storico, artistico, culturale e gastronomico con un più 14% di presenze rispetto al 2016, segno che le iniziative da noi intraprese, dallo spettacolo dei droni di San Giovanni al Natale magico da “Guinnes World Record”, sono state in grado di ribaltare, nei fatti e nei numeri, la narrazione strumentale di una città in declino perpetrata dai nostri detrattori. La spinta per rendere sempre più attrattiva Torino sta proseguendo anche in questi mesi: da un rinnovato e sempre più diffuso Torino Jazz Festival al Salone del Libro, dagli European Master Games alle celebrazioni dedicate al genio di Leonardo Da Vinci. Ma c’è un risultato che più di tutti alza la nostra Città al ruolo che le è dovuto: Torino sarà, dal 2021 al 2026, la casa di uno dei tornei di tennis più importanti al mondo: le Atp Finals. Mesi di lavoro silenzioso ma meticoloso della Sindaca, della giunta e dei consiglieri hanno portato a questa grande vittoria che ha visto Torino prevalere su colossi politici ed economici come Londra e Tokyo, o Singapore. Le Atp sono un evento che vale milioni di euro e che, con i suoi 250.000 spettatori ad edizione, darà alla città una visibilità pari a quella arrivata con le Olimpiadi. Sono soprattutto un evento che mette a frutto e valorizza quel patrimonio che la città già ha, senza snaturarla, fare debiti o consumare suolo.

Ma, come diciamo da tempo, non bastano turismo e cultura. Torino ha bisogno di superare quello stato di cose che ha portato la città a svuotarsi di imprese, di posti di lavoro, di visione e di spinta produttiva. Come Movimento 5 Stelle abbiamo le idee chiare su cosa si deve fare: sostegno all’innovazione e alle piccole imprese che hanno bisogno di luoghi dove fare ricerca e soprattutto strumenti per aiutare chi ha le idee e i progetti che creeranno il lavoro del futuro. Tutto questo sarà la Casa delle Tecnologie Emergenti che aprirà in Città grazie al contributo economico di 7 milioni di euro del Ministero dello Sviluppo Economico e all’impegno del vice premier Luigi Di Maio. Un altro segnale importante, frutto dell’operato congiunto delle istituzioni locali e del governo nazionale, è il sostegno economico dovuto alle aree di crisi industriale: un contratto di sviluppo che riconosce a Torino la capacità di attrarre fino a 150 milioni  di euro e che si configura come un importante punto per ripartire.

Tanto altro ci sarebbe da raccontare, dalle battaglie sui diritti per le famiglie al successo del progetto di svuotamento dolce delle palazzine dell’ex moi, dalla riorganizzazione dei servizi sociali comunali alla modifica del piano regolatore, fino ad arrivare alla trasformazione dell’ex PalaFuksas in un mercato di eccellenze gastronomiche. Sono certa che ci saranno occasioni future per farlo.
Nel mentre, tra le pagine di questo nostro “diario di bordo” troverete i resoconti dei consiglieri sulle attività che più abbiamo seguito in questi mesi.

Non sarà facile, ma continueremo ad impegnarci ogni giorno per il bene comune sperando di godere sempre dalla vostra fiducia e del vostro supporto.

Emergenza abitativa una priorità del M5S

L’emergenza abitativa è uno dei più importanti temi che stiamo affrontando come Movimento.

Il tema è complesso perché è legato sia alla disponibilità di case popolari in assegnazione, sia ad una accurata selezione dei casi in cui si verifica un reale emergenza . La commisisone CEA valuta circa 30 richeste alla settimana, molte non hanno i requisiti per essere considerate in emergenza.

“Con il nuovo Regolamento  aumenteranno gli esiti positivi in risposta alle domande di emergenza abitativa, venendo maggiormente incontro alle esigenze dei numerosi cittadini e cittadine che si trovano realmente in difficoltà”.

Il testo – che sostituisce integralmente il precedente Regolamento – recepisce le novità introdotte dal Decreto del presidente della Giunta regionale 19 gennaio 2018 n°. 1/R e tiene conto dei nuovi bisogni emergenti rilevati dalla Commissione Emergenza Abitativa (Cea), in particolare per quanto riguarda le domande di alloggi motivate da decreto di trasferimento.

La novità più importante è la possibilità di riprendere d›ufficio, alcuni casi riguardanti persone che non hanno fatto richiesta di assistenza ai servizi sociali , che, con il vecchio regolamento, venivano esclusi.

Viene inoltre semplificata la disciplina dei casi di emergenza abitativa determinata da procedura esecutiva di sfratto, limitando agli ultimi cinque anni le verifiche di regolarità fiscale e previdenziale e affermando il principio che il conduttore deve fare valere in sede giurisdizionale le proprie ragioni con la diligenza del buon padre di famiglia.

Si afferma altresì il principio per cui, per valutare l’“incolpevolezza” della morosità del richiedente la casa popolare, si deve tener conto, al di là del reddito annuale del nucleo familiare, anche delle disponibilità economiche su cui il nucleo stesso ha potuto negli anni fare affidamento derivanti dall’alienazione di beni immobili, dalla liquidazione di risarcimenti e dal trattamento di fine rapporto lavorativo o da altre fonti di reddito soggette a tassazione separata.

Cambia anche la disciplina della fattispecie di emergenza abitativa di chi ha la condizione di profugo o rifugiato, che potrà accedere alla casa popolare, al pari dei cittadini comunitari ed extracomunitari, soltanto ove si trovi in una delle situazioni di emergenza abitativa di cui al nuovo Regolamento.

Il nostro sforzo sul sociale, pur con il piano di rientro in atto, è rimasto a livelli di assistenza molto alti.

Il nuovo regolamento con la partenza del reddito e pensione di cittadinanza, che ha il vincolo di essere utilizzato per bisogni primari come le l›affito, aiuterà a ridurre  l’emergenza abitativa  limitando da un lato  la morosità degli inquilini sia in ERP che in case private, e dall’altro riducendo gli sfratti.

Il trasporto pubblico a Torino: come sta?

Potrà sembrare una domanda banale, ma sono passati due anni, da quando abbiamo preso completa conoscenza della situazione complessiva in cui versava il trasporto pubblico locale torinese, e non era bella, come sapete.
GTT, Infra.TO, Agenzia per la Mobilità Piemontese, Comune di Torino e Regione Piemonte, avevano bilanci in cui non c’era coerenza tra debiti e crediti reciproci di ognuno degli attori verso gli altri.
GTT svolgeva un servizio, pagato in chilometri, che era maggiore di quanto gli veniva riconosciuto, e per questi e altri disallineamenti aveva accumulato debiti che ne minavano la credibilità finanziaria e la stabilità economica.
La sofferenza finanziaria dell’azienda e la contestazione di alcuni crediti non consentivano ulteriori finanziamenti bancari per pagare i fornitori, che di conseguenza non fornivano servizi e pezzi di ricambio. E la situazione non consentiva nemmeno il rinnovo del parco mezzi, visto che i finanziamenti pubblici erano quasi tutti con la formula del cofinanziamento.
Insomma, GTT era sulla via del fallimento. E i suoi creditori (tra cui molti fornitori) ne avrebbero sentito le profonde conseguenze, con ricadute molto importanti su tutte le famiglie dei dipendenti, ma anche su quelle dell’indotto relativo, senza contare l’effetto che un
disastro del genere avrebbe comportato su tutta la mobilità dell’intera area metropolitana torinese.
Esistevano due alternative. La prima, che prevedeva l’uso della legge Marzano, avrebbe comportato la nomina di un commissario, di nomina ministeriale, che avrebbe avuto 180 giorni di tempo (più altri 90, eventualmente) per risanare l’azienda, effettuando operazioni
ordinarie e straordinarie, come dismissioni di rami d’azienda, licenziamenti collettivi, riduzioni di livelli di servizio, eccetera. La seconda, invece, comportava specifici impegni economici e finanziari da parte del Comune di Torino (anch’esso in difficoltà economiche), riconciliazioni e trattative sulle discordanze tra crediti e debiti dei vari attori, sforzi organizzativi e assunzioni di rischio e di responsabilità da parte degli amministratori della città, ed un’enorme dose di fiducia nell’azienda e di coraggio nelle scelte.
Quest’ultima strada è quella che abbiamo alla fine scelto.
La Regione Piemonte e le banche hanno richiesto la stesura di un piano industriale molto rigoroso che mostrasse la possibilità del risanamento e del rilancio e questo ha richiesto un anno solo per le diverse stesure e l’approvazione. Il Comune di Torino si è impegnato a
partecipare al risanamento con fondi propri, Regione ha riconosciuto in parte i debiti che aveva e li ha pagati attingendo a fondi che sono arrivati dal Ministero dei Trasporti, che ha contribuito anche con finanziamenti per il parco rotabile Finalmente, il 14 marzo del 2019, durante una seduta della commissione Servizi Pubblici Locali del Comune di Torino, l’Amministratore Delegato, Giovanni Foti, ha dichiarato che il periodo di emergenza straordinaria è stato, dopo due anni, finalmente superato.
Ora, pur in una situazione in cui devono essere tenuti sotto stretto controllo tutti gli aspetti della gestione, l’azienda è in una situazione normalizzata, in cui sono state poste tutte le basi per la rinascita e lo sviluppo. Dopo aver quasi toccato quindi il fondo del baratro, questo è il
momento della risalita, che sarà ancora lunga, faticosa, e piena di sacrifici, ma si iniziano a vedere le azioni intraprese.
Durante la campagna elettorale, noi avevamo prodotto un volantino in cui dichiaravamo le nostre intenzioni politiche ed amministrative verso GTT. Erano sette punti.
Il primo era “Mantenere l’azienda di TPL di proprietà comunale senza spacchettamenti”.
Due anni. Ci abbiamo messo due anni, per evitare che fosse svenduta, spezzettata, fallita, commissariata. E quello che sembrava un’ovvia enunciazione di principio si è trasformata in una battaglia complicata, onerosa, lunga e travagliata. Ma l’abbiamo vinta. E GTT ora è sanata e pronta per affrontare gli altri sei punti.
Ma questo comporta anche la possibilità di attuare molte altre azioni che erano nel programma, anche se apparentemente non legate a GTT.
Una alla cronaca di questi giorni ad esempio è la ZTL, su cui l’anno scorso scrivevo “e nel 2019 il trasporto pubblico sarà fortemente potenziato”. E’ evidente che la revisione della ZTL non può prescindere dal potenziamento e dalla revisione della rete di trasporto pubblico. E
quindi nel 2019 saranno la revisione della rete e del servizio e il rinnovo del parco vetture e della manutenzione, oltre a tutta una serie di misure minori, come l’introduzione dei tornelli, la verifica del nuovo sistema tariffario, e altre, tutte nell’ottica di un potenziamento del trasporto pubblico collettivo torinese.
Per quanto riguarda i mezzi, entro agosto arriveranno 74 autobus ed è stata bandita un’altra gara per 40 bus alimentati a metano. Un’ulteriore gara europea è stata bandita a gennaio con scadenza ad aprile per un accordo quadro relativo all’acquisto di 70 nuovi tram (con un primo contratto per 30 mezzi, già finanziati dal ministero, e che arriveranno nel 2021, dovendo essere prodotti su specifiche). E dal 2020 partiranno le procedure per il progressivo acquisto degli ulteriori 300 mezzi necessari allo svecchiamento della flotta GTT.
Insomma, sta bene, grazie, e lei? 🙂