L’anno scorso è stato votato in Consiglio regionale un atto per stanziare fondi a sostegno delle donne in gravidanza in difficoltà economica. È di una gravità inaudita la strumentalizzazione che ne fa oggi l’Assessore Marrone per giustificare la mancetta da 400mila euro alle associazioni pro vita.
Così come accade con i bonus nazionali, i fondi per le donne in gravidanza dovrebbero essere erogati direttamente dalla Regione basandosi su criteri e requisiti oggettivi. La Giunta deve spiegarci perché intende dirottare le donne dai consultori alle associazioni. Occorre potenziare i luoghi adibiti alla salute e al benessere della donna, non elaborare misure lesive e discriminatorie nei loro confronti.