Articoli

BILANCIO 2023-2025: UNA CITTA’ SENZA PROSPETTIVE

Si è appena conclusa la seduta di Consiglio Comunale che ha visto l’approvazione del rendiconto della gestione per il 2022.

Si chiude così un percorso lungo quasi due mesi che la settimana scorsa aveva visto l’approvazione del bilancio di previsione 2023-2025.

Il secondo bilancio della Giunta Lo Russo a nostro giudizio si può riassumere in tre concetti: nuovi aumenti delle tasse, taglio delle spese correnti, dunque dei servizi, per il biennio 2024/2025 e assenza totale di prospettive future.

Un bilancio che quest’anno pareggia esclusivamente grazie a due interventi straordinari.

Da una parte i fondi del PNRR, portati in Italia dal Presidente del M5S Giuseppe Conte, che consentono alla nostra Città di aumentare le spese in conto capitale e di finanziare una serie di investimenti necessari, alcuni dei quali tra l’altro fatti partire dall’amministrazione Appendino.

Dall’altra il Patto per Torino che, grazie a una serie di azioni per lo più vessatorie a carico dei nostri concittadini, come l’aumento dell’irpef o la riduzione delle possibilità di rateizzare i debiti maturati nei confronti della pubblica amministrazione, consente di liberare risorse per la spesa corrente

Però si tratta, appunto, di due contributi straordinari, e già dai prossimi anni queste entrate cominceranno a diminuire: per quanto riguarda il Patto per Torino, per esempio, si passerà dai 140 milioni che il Comune incasserà nel 2023, ai 97 che verranno erogati nel 2025, ai 40 degli anni successivi, e l’evidenza che si ha leggendo questo bilancio è che la Città si sia ritrovata tra le mani una fortuna inaspettata, ma senza avere assolutamente idea di come gestirla e di come recuperare quelle risorse che già dal prossimo anno non ci saranno più.

L’impressione è che l’unico obiettivo dell’amministrazione Lo Russo sia quello di tirare a campare per i prossimi 5 anni, che corrisponde alla stessa percezione che i Torinesi hanno nei confronti del Sindaco.

Nel migliore dei casi inesistente, arroccato nel palazzo, pronto ad intrattenere la sua ristretta cerchia strimpellando accordi con la chitarra degli Eugenio in Via Di Gioia, suonando su una barca che nel frattempo affonda come il Titanic, senza avere un vero piano di rilancio per una Città che ha sempre meno abitanti, che è sempre più povera, in cui si vive sempre peggio e che scende sempre di più nelle classifiche relative alla qualità della vita.

Nel peggiore dei casi addirittura dannoso nella sua azione amministrativa, al vertice di una Giunta pronta ad aumentare le tasse (l’anno scorso l’Irpef, quest’anno la cosap, la tari e il canone per le affissioni pubblicitarie), senza però migliorare la qualità dei servizi e senza riuscire ad affrontare in maniera concreta i tanti problemi che affliggono la Città.

L’unica costante di questo bilancio è il taglio della spesa corrente nei prossimi anni, per un totale di 123 milioni di euro in meno sul bilancio del 2024 e di 175 milioni in meno per il 2025. Al momento nessun componente della Giunta ha idea di quali siano i capitoli di spesa in cui andrà a tagliare, ma i primi effetti sono già evidenti.

Nonostante le assunzioni, nel 2025 il saldo tra personale assunto e personale in uscita è negativo, con 115 dipendenti in meno rispetto all’inizio del triennio.

Torna inoltre a salire la quota di oneri di urbanizzazione che la Città mette a bilancio, che si traduce in maggiore quantità di cemento e in maggior consumo di suolo.

Anche dal turismo ci si aspettano minori entrate, dunque un minor afflusso di visitatori: si passerà dai 9 milioni di euro previsti nel 2023 dalla riscossione della tassa di soggiorno (che è un indicatore degli arrivi nella nostra Città) agli 8 milioni previsti nel 2024.

Per quanto riguarda i servizi educativi, si punta tutto sul calo demografico, che porterà al compattamento di alcune sezioni e di conseguenza ad una riduzione della spesa.

Ciò che traspare esaminando ogni capitolo di bilancio è la totale assenza di prospettive future e le uniche voci che non subiranno una contrazione degli stanziamenti, ma addirittura un aumento, sono quelle relative ai costi della politica (circa 1 milione e 600 mila euro in più, tra Sindaco, Giunta e Consiglieri Comunali) e al Gabinetto del Sindaco (in cui, l’anno scorso, era inserito l’evento di autopromozione della Giunta Lo Russo svoltosi alle OGR)

In conclusione, dunque, se l’anno scorso avevamo acceso un faro sulle criticità del bilancio della Città, su cui la nostra amministrazione aveva cominciato un percorso virtuoso di risanamento, quest’anno tali difficoltà sono rese ancora più evidenti nei numeri contenuti all’interno delle oltre 300 pagine del documento finanziario approvato dalla Sala Rossa

Tenuto conto della quota di disavanzo annuale da coprire, che passa dai 23 milioni di quest’anno ai 67 milioni del 2025, tenuto conto che il contributo erogato con il patto per Torino dovrebbe servire, almeno in parte, a coprire questo disavanzo, e considerato che l’importo di tale contributo si ridurrà notevolmente, come sarà possibile, già dai prossimi anni, coprire le spese correnti, necessarie e ripetibili introdotte con il bilancio 2023?

Per la nostra Città si prospetta un futuro veramente preoccupante.

SI VOTA IL BILANCIO, MA LA MAGGIORANZA NON HA IL NUMERO LEGALE

Oggi in Sala Rossa si sarebbe dovuto discutere il Bilancio di previsione 2023-2025, il documento che autorizza tutte le spese che la Città di Torino sosterrà nei prossimi mesi.

Un documento che si può sintetizzare in tre concetti: nuovo aumento delle tasse per i Torinesi, tagli alla spesa corrente (dunque ai servizi) per le annualità 2024-2025 e totale assenza di prospettive per il futuro, poiché si chiude esclusivamente grazie alle entrate straordinarie del Pnrr e del Patto per Torino.

Nonostante il bilancio sia a tutti gli effetti l’atto più importante della Città, la maggioranza non ha tenuto il numero legale per portare al voto la deliberazione: seduta chiusa con largo anticipo e discussione rimandata al prossimo consiglio.

Se questo è il senso di responsabilità dimostrato dalla maggioranza PD che governa Torino, che ormai da mesi chiede sacrifici ai cittadini in cambio di servizi scadenti e di una qualità della vita sempre più bassa, sono davvero preoccupato per il futuro della Città.

SI DISCUTE IL BILANCIO MA LA MAGGIORANZA HA ALTRO DA FARE: CADE IL NUMERO LEGALE

La sessione di Bilancio è forse il momento più importante di un’amministrazione comunale, perché, attraverso la sua approvazione, la maggioranza che governa la Città definisce le sue priorità politiche, le sue linee guida e i suoi obiettivi, che verranno realizzati grazie anche alle entrate derivanti dalle multe e dalle tasse dei Cittadini.

Questa mattina, alle ore 9, si sarebbe dovuta svolgere la Commissione di presentazione del Bilancio 2022-2024, che quest’anno contiene l’aumento dell’Irpef per 181 mila Torinesi.

La discussione, però, non è potuta nemmeno cominciare: alle ore 9.42 minuti la maggioranza non aveva ancora raggiunto il numero legale necessario per avviare il dibattito e così la seduta si è immediatamente chiusa.

Se questo è l’interesse che la maggioranza del Sindaco Lo Russo dimostra per i conti della Città, sono davvero molto, ma molto preoccupato per ciò che ci attenderà nei prossimi anni.