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IL LEADER ANTI INQUINAMENTO…

Oggi il Corriere Torino, che ringrazio, ha pubblicato questa mia lettera al Direttore

Egr. Direttore,

Ho letto con interesse l’articolo di Roberto Mezzalama pubblicato oggi sul vostro giornale riguardante l’esposto da lui stesso presentato e sulla base del quale la Procura di Torino ha deciso di avviare un’inchiesta per inquinamento colposo nei confronti di diversi sindaci, assessori e presidenti di regione. È indubbiamente importante che questioni così cruciali siano portate all’attenzione del pubblico, e apprezzo il ruolo dei media nel farlo.

L’autore dell’articolo chiede ai politici di prendere decisioni impopolari in questo momento critico. E ha ragione, la politica deve assumersi responsabilità difficili ma necessarie per affrontare le sfide ambientali e sociali che ci circondano. E’ una cosa che il M5S sostiene da tempo, l’Ambiente è, appunto, una delle sue 5 stelle, e anche durante il quinquennio nel quale abbiamo governato Torino, l’abbiamo dimostrato coi fatti, al punto da essere aspramente criticati, anche dagli stessi media di cui sopra, per aver assunto decisioni troppo drastiche. Sia chiaro, stiamo discutendo dell’aspetto politico della vicenda, non quello giudiziario, che farà il suo corso.

Mi ha colpito, tuttavia, un curioso dettaglio riguardante l’autore dell’esposto: Roberto Mezzalama ha già tentato l’ingresso in politica. Lo ricordo, infatti, candidato alle scorse elezioni amministrative a supporto dell’attuale sindaco Lo Russo, pur non risultando eletto con le sue 203 preferenze.

Nel suo articolo invita i lettori a cercare un leader capace di fare scelte impopolari.

Ora, la domanda che vorrei porre a Roberto Mezzalama, me lo permetta, in modo anche leggermente ironico, ma non meno serio: non è che forse il leader politico che sta cercando sia proprio lui stesso?

Le elezioni Regionali sono dietro l’angolo. E lui sicuramente saprà proporre tutte le contromisure che dovrà mettere in atto il nuovo Presidente e tutti i sindaci della Regione per sconfiggere definitivamente la piaga dello smog in Piemonte.

Non solo: dovremo poi proteggere la nostra Regione dallo smog proveniente dal resto della Pianura Padana, in particolar modo dalla Lombardia. Ecco, dunque una proposta: perché non costruire una bella Muraglia blocca inquinamento lungo il Ticino? Sarebbe anche una bella attrazione turistica, la nuova Muraglia TiCinese.

In attesa di ulteriori sviluppi riguardo all’inchiesta e sperando di vedere presto un politico all’altezza del compito che ha descritto, porgo cordiali saluti.

Andrea Russi

* * * * *

Roberto Mezzalama ha risposto alla mia lettera di ieri e qui di seguito trovate la mia risposta.

Il primo punto che vorrei sottolineare è che, finalmente, si dibatte dell’inquinamento dell’aria nel campo che ritengo più adatto: quello della politica.

Mezzalama nella sua missiva conferma di essere in politica da più di 40 anni. Ne approfitto per fargli i complimenti per la longevità del suo impegno e per l’abilità nel districarsi fra il proprio passato da assessore all’ambiente e la più recente candidatura a sostegno di Lo Russo con Sinistra Ecologista.

Ed è proprio su quest’ultimo punto che vorrei soffermarmi nella mia replica. Il suo esposto in Procura che ha avviato l’inchiesta che vede indagati sindaci, assessori e presidenti di regione, mette al centro proprio le presunte responsabilità della politica nel contrasto all’inquinamento dell’aria. La politica, in effetti, soprattutto a livello locale, deve mettere in campo delle soluzioni pratiche a dei problemi reali. Ha la responsabilità di trasformare le idee in fatti, in atti concreti. E allora cosa ho pensato? Se qualcuno si candida per una forza politica che ha lui stesso fondato e invitando i suoi contatti a votarla, sicuramente ne condivide i principi e, soprattutto, in ottica elettorale, il programma.

Finalmente – ho pensato – scopriremo nel concreto quali sono le idee di Roberto Mezzalama e del suo partito, per contrastare l’inquinamento dell’aria. Perché ok puntare il dito, ok gli esposti in procura, poi, però, servono soluzioni concrete. Si passa dalla teoria alla pratica.

Allora sono andato a rileggermi il programma presentato da Sinistra Ecologista nel 2021. E scorrendolo, udite udite, la parola “Aria”, quante volte appare? Una, in penultima pagina. E in relazione a cosa? In relazione alla difesa dei diritti relativamente all’innovazione digitale. Riporto, testualmente:

“introdurre meccanismi di tutela dei dati che vengono raccolti attraverso sensori e altri dispositivi tecnologici intelligenti. I contratti di sperimentazione spesso lasciano alle imprese private la proprietà di dati importantissimi, come per esempio quelli relativi … alla qualità dell’aria.”

Insomma, bisogna tutelare i DATI. Benissimo, ma onestamente mi aspettavo qualcosina in più, di un po’ più concreto da chi pubblica nel proprio CV politico proprio gli esposti in procura sul tema.

Caro Roberto Mezzalama, la politica, di cui lei fa parte, ma che nel contempo mette sotto accusa, deve confrontarsi quotidianamente con la realtà e mettere in campo soluzioni concrete, soprattutto quando si governa e, come si suol dire, ci si sporca le mani. Forse, è su questo aspetto, che dovremmo concentrare i nostri sforzi, non crede?

Concludo con una precisazione. La proposta di costruire la Muraglia TiCinese, utilizzata nella mia precedente lettera, è un’iperbole per sottolineare che il problema dell’inquinamento dell’aria non può essere affrontato dalle singole amministrazioni, ma da tutto il territorio interessato, e quindi, sostanzialmente, da tutto il bacino padano. Non era in alcun modo una “battuta infelice” né tendeva a sminuire il problema, ma voleva essere uno stimolo per affrontarlo nella sua totalità e nella sua grande complessità.

Forse è proprio questa la parte nella quale “confessa di non averci capito molto”?

TARDIAMO L’ACCENSIONE DEI RISCALDAMENTI ANCHE A TORINO

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ieri ha posticipato l’accensione dei riscaldamenti nella sua città al 29 ottobre.

Può farlo perché la legge prevede che i sindaci, con propria ordinanza, possono ampliare o ridurre i periodi annuali di esercizio degli impianti termici, a fronte ovviamente di comprovate esigenze.

Ora, a Torino cosa aspettiamo a fare lo stesso?

Non è solo una questione di riduzione dei consumi di gas naturale per la crisi che stiamo vivendo, e che purtroppo sta colpendo violentemente tante famiglie, ma è anche una necessità ambientale improrogabile.

Questo ottobre a Torino le temperature sono state di quasi 2 gradi superiori alla media degli ultimi 30 anni e mentre scrivo questo post, la colonnina di mercurio tocca quota 20°C.

I riscaldamenti, lo sappiamo, sono una delle fonti di inquinanti atmosferici locali, certo non la principale, ma in una città che è maglia nera per lo smog e che ha già all’attivo 69 giorni di sforamento del PM10 – come testimonia Legambiente con il suo dossier “Mal’aria 2022” uscito pochi giorni fa – ogni azione di contenimento delle emissioni nocive e di quelle climalteranti è utile e fondamentale, lo è in primoluogo per la nostra salute.

Quindi caro sindaco Stefano Lo Russo, è vero che fa caldo, ma la prego esca dal torpore amministrativo in cui si è rinchiuso e agisca. Possibilmente…ora!

Torino NON È PIÙ la città più inquinata d’Italia

Torino NON È PIÙ la città più inquinata d’Italia, come ormai eravamo tristemente abituati a leggere negli articoli di giornale.

Come per tutti i fenomeni complessi, non esiste una spiegazione univoca, ma è innegabile che l’Amministrazione M5S abbia portato avanti con convinzione politiche concrete per il miglioramento della qualità dell’aria, anche al costo di apparire talvolta troppo intransigente.

I dati 2021 pubblicati dall’Agenzia Europea dell’Ambiente dicono che la situazione è ancora molto critica per la Pianura Padana, ma la via intrapresa è quella giusta e io non posso che auspicare che Torino continui su questa strada.