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Europe for Peace

Più di 450 bambini uccisi, 30.000 morti civili, 100.000 tra i militari.

Eppure, ad un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina, continuiamo a mandare armi alimentando questo orrore anziché pretendere un serio negoziato di pace.

Ieri sera alla fiaccolata a Torino, nell’ambito delle giornate di mobilitazione nazionale ed europea lanciate da Europe for Peace, c’eravamo anche noi.

Di nuovo in piazza per la pace

A un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina, come Movimento 5 Stelle abbiamo deciso di partecipare alle manifestazioni per la pace organizzate per le giornate del 24, 25 e 26 febbraio su tutto il territorio nazionale dalla Rete Pace e Disarmo.

Stasera, assieme a Chiara Appendino, ai consiglieri e agli attivisti del MoVimento 5 Stelle Torino, ho preso parte alla fiaccolata che dal Sermig, lo storico Arsenale della Pace, è arrivata fino a Palazzo di Città.

In piazza per la pace

M5s a Torino in piazza per la pace

Oggi pomeriggio eravamo in piazza Palazzo di Città, davanti al Comune di Torino, per ribadire ancora una volta che è fondamentale fermare il rumore assordante delle guerre.

La pace è frutto di un impegno condiviso ed è per questo che le istituzioni, assieme a ciascuno di noi, devono fare la propria parte.

Insieme a docenti e studenti abbiamo sottolineato l’importanza di cessare immediatamente il fuoco e di avviare negoziati di pace tra Ucraina e Russia.

È fondamentale costruire un dialogo tra le nazioni soprattutto oggi, in un contesto in cui, tra le altre cose, si aggrava la situazione economica di famiglie e imprese, prolifera il modello dell’individualismo non solidale e peggiorano gli effetti del cambiamento climatico.

Noi, come M5S, sposando appieno i valori e i principi della nostra Costituzione, non ci rassegneremo mai a subire passivamente le conseguenze di una guerra che continua a fare stragi di innocenti e continueremo ad anteporre sempre la via della diplomazia all’escalation militare.

PrimoMaggio in piazza per la dignità del lavoro e per la pace

Questo PrimoMaggio in piazza per difendere la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori ma anche per dire NO alla guerra e NO agli armamenti.

Tornare a sfilare per le strade dopo due anni di pandemia non ha purtroppo cambiato il triste e inaccettabile copione che puntualmente si ripete a Torino: il corteo letteralmente spezzato in due all’ingresso di Via Roma da un cordone di polizia e le immancabili cariche allo spezzone sociale.

Il lavoro che dovrebbe unirci ancora una volta purtroppo ci divide, ma il Primo Maggio è, e resta, di tutte e di tutti: di chi si batte contro la guerra forse un po’ più di chi è pacifista solo a parole, di chi lavora senza tutele o un lavoro non ce l’ha forse un pò più di chi grazie ai privilegi e alle politiche scellerate del passato è garantito, di chi lotta per la giustizia sociale e climatica forse un pò più di chi privilegia gli interessi dei signori del gas, del petrolio e delle armi, di chi si batte contro il Tav forse un po’ di più di chi ha scoperto nell’alta velocità il salvagente di un sistema occupazionale che è volato sempre più lontano da Torino.

In ogni caso, buona festa amiche e amici.

Restiamo ostinati e determinati, dalla parte di chi la disperazione non può tacerla.

La guerra non è mai la scelta giusta.

Nella giornata in cui il Presidente del Consiglio Mario Draghi è stato ricevuto in Sala Rossa per la firma del Patto per Torino, vogliamo ribadire, ancora una volta, il nostro fermo e deciso NO alla guerra e NO all’aumento delle spese militari.

È importante insistere e lavorare per la ripresa di trattative diplomatiche di dialogo.

La guerra non è MAI la scelta giusta.

La pace si può e si deve costruire senza ricorrere alle armi.

LA PACE SI OTTIENE CON LA DIPLOMAZIA, NON CON LE ARMI

“L’eroica resistenza del popolo ucraino, del suo presidente Zelensky, ci mettono davanti una nuova realtà e ci obbligano a compiere scelte fino a pochi mesi fa impensabili”. Confesso che queste parole, pronunciate dal Presidente del Consiglio Mario Draghi in Senato, mettono i brividi.

All’indomani degli attentati dell’11 settembre 2001, il Corriere della Sera pubblicava alcune lettere del giornalista e scrittore Tiziano Terzani, poi raccolte nel libro “Lettere contro la guerra”.

Le parole contenute in quelle lettere sono quanto mai attuali.

“Le guerre sono tutte terribili. Il moderno affinarsi delle tecniche di distruzione e di morte le rendono sempre più tali. Pensiamoci bene: se noi siamo disposti a combattere la guerra attuale con ogni arma a nostra disposizione, allora dobbiamo aspettarci che anche i nostri nemici, chiunque essi siano, saranno ancor più determinati di prima a fare lo stesso, ad agire senza regole, senza il rispetto di nessun principio”.

“Rinunciare alla pretesa, sbagliata e ingenua, di esportare la democrazia non significa dunque rimanere impotenti di fronte alla violazione dei diritti e delle libertà democratiche. Ma non servono le armi: servono la diplomazia, la cooperazione, gli interventi civili, l’impegno dei diretti interessati a lottare per se stessi”.

La pace si ottiene con la diplomazia, non con le armi.

La guerra non è mai la scelta giusta.

È per questo che l’Italia RIPUDIA la guerra.

LA PACE E’ L’UNICA RISPOSTA

Oggi pomeriggio, prima dell’inizio del Consiglio Comunale, il fondatore del Sermig Ernesto Olivero e numerosi bambini provenienti da ogni parte del mondo hanno consegnato la Bandiera della Pace al Sindaco e ai Capigruppo delle forze politiche presenti in Sala Rossa.

Ciò che sta accadendo in queste ore in Ucraina ci preoccupa e ci riporta con la mente a un passato che parla di distruzione, morte e paura.

La guerra genera altra guerra, la violenza genera violenza, in una escalation di dolore e sofferenza.

È importante chiedere la ripresa di trattative diplomatiche di dialogo.

La pace è l’unica risposta.