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LE MIGLIAIA PER DRAGHI A TORINO
/0 Commenti/in Articoli e comunicati, Valentina Sganga /da Valentina SGANGAVi ricordate l’ondata di delusione profonda che aveva accompagnato la caduta del “Conte bis”?
Io ne ho un ricordo vivo, mi aveva davvero impressionato: dagli applausi commossi dei dipendenti di Palazzo Chigi, fino ad un post sui social dello stesso Giuseppe Conte che, con 10 milioni di persone raggiunte, era diventato in poche ore quello con più interazioni al mondo.
Credo sia un dato storico innegabile, allora ci fu un moto tangibile e reale di tanti cittadini che non accettavano di rinunciare ad un premier che magistralmente aveva gestito l’inizio della pandemia e, altrettanto coraggiosamente, avviato misure di rilancio economico e di contrasto alle disuguaglianze sociali.
Quelle stesse disuguaglianze che oggi si moltiplicano e a cui Mario Draghi (quello “super”!) latita nel dare risposte.
Perché vi dico ciò? Perché sono giorni che sentiamo riportare a reti unificate il mantra dei cori che si spendono per chiedere al premier di restare.
Ma questi appelli di chi sono?
Certo: dell’Europa, degli Usa, delle associazioni datoriali, dei sindacati o dei sindaci (tra l’altro, quasi tutti a traino Pd).
E i cittadini?
In un tempo ormai perduto ci saremmo interrogati su cosa pensa e cosa vuole il cosiddetto ‘paese reale’.
Perdonate la locuzione vecchia, ma rende perfettamente l’idea.
Ecco il ‘paese reale’, per me, è quello che vedete in questa foto scattata ieri a Torino, in Piazza Palazzo di Città, durante una manifestazione pro Draghi partecipata dai partiti e dal sindaco Lo Russo.
Ovviamente non mi riferisco alle poche decine di imbarazzanti e imbarazzati manifestanti (per lo più politicanti di palazzo) ma al resto della piazza.
Quello vuoto.
Quel vuoto, composto da migliaia di persone, che rende plasticamente chiaro lo sconfortante abisso tra una buona parte politica e il popolo con le sue esigenze.
IL PATTO (SEGRETO) PER TORINO
/0 Commenti/in Andrea Russi, Articoli e comunicati /da Andrea RussiCome ben sapete, il bilancio comunale si regge sul “Patto per Torino”, un accordo che la nostra Città ha firmato con il Governo Draghi e che prevede, per i prossimi 20 anni, una serie di azioni devastanti per i Torinesi, come ad esempio l’aumento delle tasse comunali o la riduzione dei tempi di rateazione per chi ha contratto un debito con il Comune.
Queste azioni sono state però approvate all’interno del bilancio senza che nessuno dei Consiglieri, né di maggioranza né di minoranza, potesse conoscerne e valutarne la reale portata, anche perché fino al momento della firma del Patto, lo scorso 5 aprile, non ci è mai stato concesso di visionare quel documento.
Da quel giorno sono trascorsi esattamente tre mesi e non ho mai smesso di chiedere alla Presidente della Commissione Bilancio e all’Assessora Nardelli, anche con una certa insistenza, che i contenuti di quell’accordo ci venissero illustrati in commissione, anche per avere la possibilità di valutare se i sacrifici richiesti ai torinesi siano davvero così necessari e se non esistano invece strade alternative per risanare il bilancio della nostra Città senza mettere le mani nelle tasche dei Torinesi.
Tale possibilità mi è sempre stata negata, con la motivazione che ci sono argomenti ben più urgenti da trattare in commissione, la cui discussione richiede del tempo.
Stamattina la Commissione Bilancio si è riunita per una seduta durata la bellezza di 4 minuti, dalle ore 9.39 alle ore 9.43, con un solo punto all’ordine del giorno, tra l’altro molto tecnico, e ovviamente la discussione del documento più importante della nostra città non è stata in alcun modo affrontata.
E poi parla di rispetto per le opposizioni. Anche se qui il mancato rispetto è per i cittadini torinesi che meriterebbero maggiore trasparenza.
A voi le considerazioni.
La guerra non è mai la scelta giusta.
/0 Commenti/in Andrea Russi, Articoli e comunicati /da Andrea RussiNella giornata in cui il Presidente del Consiglio Mario Draghi è stato ricevuto in Sala Rossa per la firma del Patto per Torino, vogliamo ribadire, ancora una volta, il nostro fermo e deciso NO alla guerra e NO all’aumento delle spese militari.
È importante insistere e lavorare per la ripresa di trattative diplomatiche di dialogo.
La guerra non è MAI la scelta giusta.
La pace si può e si deve costruire senza ricorrere alle armi.
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