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Il Salone del Libro è e deve restare indipendente dalla politica

Il Salone del Libro è e deve restare indipendente dalla politica, che evidentemente non vede l’ora di metterci sopra le mani.

Il Salone del Libro e l’incapacità politica di Cirio e Lo Russo

Tanto è stato detto in questi giorni sullo stallo relativo alla nomina del nuovo direttore del Salone del Libro, figlio dell’incapacità della politica, rappresentata in questo caso dal Sindaco Stefano Lo Russo e dal Presidente della Regione Alberto Cirio, di trovare una soluzione condivisa in una questione di fondamentale importanza per la nostra Città e per la nostra Regione.

L’ultima soluzione prospettata, quella di una co-direzione, palesava in maniera evidente questa incapacità, proponendo una governance sin da subito indebolita da logiche di partito, che di certo non poteva rappresentare una scelta strategica per uno degli eventi simbolo della nostra Città.

Le dichiarazioni di Paolo Giordano, che si è appena tirato indietro dalla corsa per la direzione del Salone, delineano una situazione di una gravità inaudita.

Alla base del sui ritiro infatti ci sarebbe stata l’imposizione di presenze dell’area di destra nel comitato editoriale del Salone e in generale la mancanza di una piena libertà ed indipendenza nella gestione.

Sono dichiarazioni molto preoccupanti, sintomo della precisa volontà politica di mettere le mani sull’autonomia della cultura, tra l’altro senza neanche garantirne il pluralismo.

Lunedì chiederò comunicazioni urgenti in Sala Rossa. La Città di Torino ha una responsabilità enorme in tutto ciò.

Il Salone del Libro vittima della cattiva politica.

La responsabilità dello stallo alla messicana sulla nomina del nuovo direttore del Salone ha due nomi e due cognomi molto chiari: Stefano Lo Russo e Alberto Cirio.

La loro incapacità di portare a una sintesi gli esponenti dei loro partiti, la loro incapacità di fare buona politica, la loro incapacità di andare oltre alla tanto sbandierata “concordia istituzionale” (concordia soprattutto da Selfie, aggiungo io), sta emergendo chiara e palese in una questione di fondamentale importanza per la città e per la Regione.

In tutti questi mesi, non solo non sono stati in grado di convincere il miglior direttore di sempre – Nicola Lagioia – a restare, non sono nemmeno riusciti a trovare un degno successore, avviando un iter per la selezione che si sta rivelando un fallimento, oltre che una gran perdita di tempo.

Ora, il rischio che il Salone vada a Milano, forse non c’è più anche se Lo Russo, è sempre bene ricordarlo, fece parte di quella giunta che riuscì a farlo andare via, incanalando fino al 2016 una serie di disastri uno dopo l’altro.

Furono Appendino e, mi sembra giusto ricordarlo, Chiamparino che nel 2017 e nel 2018 con la loro tenacia salvarono e rilanciarono il Salone di Torino, portando al fallimento di quello di Milano.

E fu loro la scelta di Nicola La Gioia, tassello fondamentale per la creazione di quella squadra vincente.

Si sedettero a un tavolo , pensarono a ciò che ritenevano il meglio per il Salone, e presero una decisione. Vincente.

Oggi Lo Russo e Cirio stanno distruggendo tutto ciò che si è faticosamente costruito, come fossero Blanco che prende a calci le rose dell’Ariston.

Vi prego, trovate una soluzione, non dico migliore di Lagioia, ma almeno decente e in tempi ragionevoli.

Altrimenti, se non sarà più Milano, sarà Bologna, Firenze, Roma, o Parma, come è appena accaduto per Automotoretrò.

Centro storico in “Zona Rossa”

Oggi è stato inaugurato il Salone del Libro.
Sarà il più grande di sempre e la cosa non può che farmi un enorme piacere, considerato che quando arrivammo, nel 2016, ce lo ritrovammo a Milano e che la nostra amministrazione riuscì non solo a salvarlo, ma a rilanciarlo alla grande.

Normalmente, durante le giornate in cui si tiene il Salone, il centro di Torino brulica di persone. Invece, per tutta la giornata di oggi, una buona fetta del centro storico di Torino è stato classificato “Zona Rossa”, totalmente off limits per visitatori esterni. Non solo: ben 61 attività sono state chiuse, tramite ordinanza, per motivi di sicurezza.
Perchè? Perchè l’amministrazione Lo Russo ha deciso di ospitare i ministri degli esteri UE oggi a Palazzo Madama e Palazzo Carignano e, solo domani, alla Reggia di Venaria.

Io, sinceramente, mi chiedo perchè obbligare tante attività alla chiusura o, comunque, all’incasso zero, in una delle giornate con più visitatori dell’anno, quando si poteva organizzare tutto a Venaria, location perfetta per questo tipo di eventi. Spero almeno che siano stati previsti dei ristori per tutte le attività del centro, pesantemente penalizzate da questa scelta.

CICLOPARCHEGGI AL SALONE DEL LIBRO

Per incentivare la cultura legata alla mobilità sostenibile è necessario proporre soluzioni concrete che rendano possibili le buone pratiche.

Nelle ultime edizioni, in mancanza di un vero parcheggio per le biciclette, gli utilizzatori si

trovavano costretti a legarle a recinzioni, pali e cartelloni vari, creando disordine e confusione.

Favorire l’uso delle biciclette significa anche garantire adeguati spazi di sosta, semplici stalli convertiti a “cicloparcheggi” (lo spazio occupato da un’automobile è pari a quello di 12 biciclette).