Il Salone del Libro e l’incapacità politica di Cirio e Lo Russo

Tanto è stato detto in questi giorni sullo stallo relativo alla nomina del nuovo direttore del Salone del Libro, figlio dell’incapacità della politica, rappresentata in questo caso dal Sindaco Stefano Lo Russo e dal Presidente della Regione Alberto Cirio, di trovare una soluzione condivisa in una questione di fondamentale importanza per la nostra Città e per la nostra Regione.

L’ultima soluzione prospettata, quella di una co-direzione, palesava in maniera evidente questa incapacità, proponendo una governance sin da subito indebolita da logiche di partito, che di certo non poteva rappresentare una scelta strategica per uno degli eventi simbolo della nostra Città.

Le dichiarazioni di Paolo Giordano, che si è appena tirato indietro dalla corsa per la direzione del Salone, delineano una situazione di una gravità inaudita.

Alla base del sui ritiro infatti ci sarebbe stata l’imposizione di presenze dell’area di destra nel comitato editoriale del Salone e in generale la mancanza di una piena libertà ed indipendenza nella gestione.

Sono dichiarazioni molto preoccupanti, sintomo della precisa volontà politica di mettere le mani sull’autonomia della cultura, tra l’altro senza neanche garantirne il pluralismo.

Lunedì chiederò comunicazioni urgenti in Sala Rossa. La Città di Torino ha una responsabilità enorme in tutto ciò.

Imbarco Perosino – l’ipocrisia di LoRusso, Foglietta e Carretta

Tre anni fa, quello che avrebbe dovuto essere considerato un semplice percorso di legalità e giustizia anche e soprattutto nei confronti dei concessionari in regola con i pagamenti, venne utilizzato invece contro l’amministrazione Appendino e cavalcato da Lo Russo, Foglietta e Carretta, anche in campagna elettorale.

Con lo sgombero eseguito oggi, emerge tutta l’ipocrisia di questi soggetti. E si conferma che l’amministrazione 5 stelle ha agito correttamente.

 

 

il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima

Il Consiglio Comunale di Torino ha appena approvato il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima che, attraverso la definizione di una serie di impegni e di azioni concrete, si pone come obiettivo la riduzione delle emissioni di CO2.

Il Piano recepisce tutte le azioni previste dal Piano di Resilienza Climatica, approvato nel 2020, e dal Piano Strategico dell’Infrastruttura verde, approvato nel 2021.

Tra queste, il rafforzamento dei corridoi ecologici che si sviluppano lungo gli assi dei principali corsi d’acqua torinesi, tra cui il Parco della Pellerina, di fatto disponendo l’inedificabilità su tali aree verdi.

Abbiamo ovviamente votato a favore, ma non possiamo fare a meno di notare che tra le aree proposte dalla Città di Torino per la realizzazione del nuovo ospedale che prenderà il posto del Maria Vittoria c’è proprio l’area della Pellerina, quella in cui attualmente trova casa il Luna Park.

Nel mese di gennaio è arrivato in Consiglio Comunale un nostro atto con cui chiedevamo con forza di non utilizzare gli spazi del Parco per costruire il nuovo ospedale, prendendo in considerazione le aree che attualmente sono dismesse. Siamo stati l’unica forza politica a votare a favore.

Ora, a distanza di un mese, la maggioranza composta da PD, Sinistra Ecologista, Moderati e Liste Civiche decide di approvare un atto che prevede, nuovamente, l’impossibilità di realizzare un ospedale nel Parco della Pellerina.

O non hanno letto ciò che hanno votato, e se lo hanno letto non lo hanno capito, o qualcosa mi dice che anche questo nuovo Piano approvato dal consiglio comunale per la maggioranza vale meno della carta igienica.

Il Salone del Libro vittima della cattiva politica.

La responsabilità dello stallo alla messicana sulla nomina del nuovo direttore del Salone ha due nomi e due cognomi molto chiari: Stefano Lo Russo e Alberto Cirio.

La loro incapacità di portare a una sintesi gli esponenti dei loro partiti, la loro incapacità di fare buona politica, la loro incapacità di andare oltre alla tanto sbandierata “concordia istituzionale” (concordia soprattutto da Selfie, aggiungo io), sta emergendo chiara e palese in una questione di fondamentale importanza per la città e per la Regione.

In tutti questi mesi, non solo non sono stati in grado di convincere il miglior direttore di sempre – Nicola Lagioia – a restare, non sono nemmeno riusciti a trovare un degno successore, avviando un iter per la selezione che si sta rivelando un fallimento, oltre che una gran perdita di tempo.

Ora, il rischio che il Salone vada a Milano, forse non c’è più anche se Lo Russo, è sempre bene ricordarlo, fece parte di quella giunta che riuscì a farlo andare via, incanalando fino al 2016 una serie di disastri uno dopo l’altro.

Furono Appendino e, mi sembra giusto ricordarlo, Chiamparino che nel 2017 e nel 2018 con la loro tenacia salvarono e rilanciarono il Salone di Torino, portando al fallimento di quello di Milano.

E fu loro la scelta di Nicola La Gioia, tassello fondamentale per la creazione di quella squadra vincente.

Si sedettero a un tavolo , pensarono a ciò che ritenevano il meglio per il Salone, e presero una decisione. Vincente.

Oggi Lo Russo e Cirio stanno distruggendo tutto ciò che si è faticosamente costruito, come fossero Blanco che prende a calci le rose dell’Ariston.

Vi prego, trovate una soluzione, non dico migliore di Lagioia, ma almeno decente e in tempi ragionevoli.

Altrimenti, se non sarà più Milano, sarà Bologna, Firenze, Roma, o Parma, come è appena accaduto per Automotoretrò.

ROTONDA BALDISSERA (e LaStampa)

Egr. Direttore de LaStampa, Massimo Giannini

Da capogruppo M5S all’opposizione dell’attuale amministrazione Lo Russo, ma soprattutto da esponente della maggioranza che ha governato Torino dal 2016 al 2021, vorrei replicare all’editoriale del vostro Luigi La Spina, apparso oggi sul vostro quotidiano dal titolo “Rotonda Baldissera, simbolo dell’indifferenza della politica”.

In tale editoriale La Spina afferma, in un momento di grande sincerità, che “si tratta di un progetto urbanistico sbagliato delle precedenti amministrazioni di sinistra”.

Fin qui nulla da eccepire, salvo dimenticarsi di dare un nome e cognome a tale amministrazione: Piero Fassino. Amministrazione di cui, per amor di cronaca, l’attuale sindaco Lo Russo dal 2013 fu assessore all’urbanistica.

Un vero e proprio disastro annunciato di cui oggi pagano le conseguenze tutti i cittadini ma che l’amministrazione Fassino presentò addirittura come un suo fiore all’occhiello.

In realtà stavano lasciando in eredità ai torinesi, consapevolmente, un grave problema strutturale.

 

La rotonda Baldissera è, infatti, il punto di incontro tra:

– Corso Principe Oddone, un’autostrada urbana a 6+2 corsie

– Via Cecchi, 4 corsie

– Corso Vigevano, 4 corsie

– Corso Venezia, 4 corsie, poi ristrette a 3

– Via Stradella, 4+1 corsie

– Corso Mortara, 3 corsie

Per un totale di 28 corsie fra immissione e uscita, che convergono su una rotonda a 2 corsie.

Anche un bambino avrebbe capito che così si sarebbero formati ingorghi infiniti.

 

Il problema alla base di tutto è che l’amministrazione Fassino non ha mai stanziato i fondi per un eventuale tunnel e non aveva nemmeno idea di come reperirli. Dunque sapevano già che il progetto iniziale con il tunnel non sarebbe mai stato portato a termine. Come iniziare a costruire una casa senza fondamenta. Quando arrivi al terzo piano, poi, tornare indietro è complesso.

Nell’editoriale, poi, La Spina scrive che durante l’amministrazione Appendino il problema non è stato “colpevolmente risolto”, con la “facile” scusa: “ci sono problemi ben più gravi”.

Quest’ultimo virgolettato viene incredibilmente attribuito alla passata amministrazione, nonostante mai, nessuno, si sia lontanamente sognato di pronunciarlo. Non solo, l’autore dell’articolo conclude con un caustico “verità indubitabile, peccato però che non siano stati risolti neanche quelli”.

L’autore sembra essersi scordato che questioni come L’occupazione dell’Ex-Moi, il campo Rom di Via Germagnano completamente fuori controllo, il Salone del Libro lasciato andare a Milano oppure GTT sull’orlo del baratro. O non li considerava problemi, o non gli è giunta notizia che sono stati risolti. E sono solo alcuni esempi.

Tornando alla rotonda Baldissera, c’è un’ulteriore annotazione da fare. Nel 2018, L’attuale sindaco e l’attuale assessore Carretta, depositarono una mozione di sfiducia all’assessora La Pietra, perchè, secondo loro, “la misura era colma”. E già questo sarebbe bastato allora, come oggi, per vedersi assegnato il premio “facce di bronzo”, considerata la paternità, tutta loro, del pasticcio.

Tuttavia, oggi, a distanza di quasi due anni dall’insediamento di Lo Russo, le cose sono addirittura peggiorate. L’attuale assessora Foglietta ha dichiarato che il tunnel non lo vuole realizzare per l’impatto che avrebbero i lavori (decennali) sull’area e sulla circolazione, ma il sindaco l’ha poi smentita poco dopo dicendo che lui è favorevole al tunnel. Però non lo fa. In pratica: vuole il tunnel, ma non lo fa. Per ora. Poi vedremo. Nel frattempo, il caos.

Insomma, Piazza Baldissera manda in confusione non solo la viabilità Torinese, ma ancora di più alcuni giornalisti e, soprattutto, l’attuale amministrazione che, sarebbe ora facesse sapere ai torinesi come pensa di rimediare ai suoi errori del passato.

 

IL GIORNO DEL RICORDO

Anche quest’anno, come di consueto, ho preso parte alle celebrazioni per il Giorno del Ricordo, solenne ricorrenza istituita per rendere onore alla memoria di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo di grandissima parte degli Italiani dell’Istria (tra cui anche la mia famiglia), di Fiume e della Dalmazia dalle loro terre di origine.

Le istituzioni hanno il dovere di ricordare una storia drammatica che purtroppo è stata negata e dimenticata per molti anni e di mantenere viva la memoria di quella tragedia, senza contrapposizioni.

Le repressioni, l’esodo di massa delle popolazioni dalla Venezia Giulia e la tragedia delle foibe devono essere un monito contro qualunque estremismo, contro l’intolleranza di ideologie politiche le quali, contrapponendosi, hanno prodotto gli esiti più nefasti sulla pelle degli esseri umani.

Lo stato di salute della nostra Città

Per chi si fosse perso la puntata di PIEMONTE FUTURO andata in onda ieri, in cui ho parlato dello stato di salute della nostra Città a più di un anno dall’insediamento del Sindaco Lo Russo, ecco il video della trasmissione.

Ringrazio ancora Marita Ballesio e RETE 7 per l’invito e l’ospitalità.

Errare è umano, Perseverare Diabolico (PD)

Vi ricordate quando, lo scorso mese di settembre, a fronte della mia segnalazione, il Partito Democratico dovette traslocare il comizio di Letta organizzato in Piazza d’Armi? Il regolamento della città, loro malgrado, non lo permetteva.

Bene, ci risiamo.

Si stanno svolgendo infatti in questi giorni le primarie del Partito Democratico e lo scorso lunedì si è tenuto, presso il Polo del ‘900, l’incontro della corrente che sostiene il candidato alla segreteria del PD Stefano Bonaccini, a cui hanno partecipato tra l’altro i Consiglieri Comunali Greco, Ledda e Borasi e l’ex Sindaco Fassino.

Il regolamento di concessione degli spazi del Polo del’ 900 però non ammette “iniziative direttamente riconducibili a esclusiva propaganda partitica che non rispettino il confronto pluralistico”.

È evidente che l’evento in questione, essendo riservato non solo a un unico partito ma addirittura ad una sua corrente, aveva ben poco del “confronto pluralistico” previsto dal regolamento .

Ma è possibile che il partito che amministra Torino continui ad agire in completo spregio delle regole, utilizzando il bene pubblico come se fosse sua privata proprietà?

Ho depositato una interpellanza con cui chiedere conto in Sala Rossa di questo grave e reiterato atteggiamento.

Siete amministratori pro tempore, cari esponenti del PD. Non padroni della città.

CAMBIO DI RESIDENZA E DI INDIRIZZO: UNA VERA ODISSEA A CARICO DEI CITTADINI

Durante la seduta del Consiglio Comunale di ieri ho interrogato l’assessore ai servizi anagrafici Francesco Tresso sui ritardi e sui disservizi relativi ai cambi di residenza e di indirizzo effettuati attraverso i CAF.

Dallo scorso mese di ottobre, infatti, oltre che con i consueti canali (sportelli anagrafici oppure TorinoFacile), i cittadini torinesi possono inviare la dichiarazione di cambio di residenza o di indirizzo all’Anagrafe anche avvalendosi degli uffici dei CAF che hanno aderito ad una specifica convenzione, costata al Comune di Torino la cifra di 50000 euro.

Quello che doveva rappresentare un ulteriore canale per richiedere i propri documenti è però a poco a poco diventato l’unico strumento a disposizione per incontrare di persona un operatore: diversi cittadini mi hanno infatti segnalato che non si può più accedere direttamente agli uffici anagrafici comunali (i cittadini che si presentano presso le anagrafi vengono invitati a rivolgersi ai Caf Convenzionati), nè si può più prendere appuntamento.

I CAF ovviamente ricevono solo previo appuntamento telefonico, operazione che risulta piuttosto complicata, e per i pochi fortunati che ci riescono il Comune è così in ritardo da aver evaso appena 1500 richieste rispetto alle 5000 pervenute dai CAF. Il 70% delle richieste, dunque, non è ancora stato preso in considerazione.

A conti fatti, in questo momento pare che il servizio serva solo per non avere code fuori dagli uffici comunali, ma facendo due semplici conti, rispetto ai 50000 euro stanziati si è arrivati a spenderne almeno 112000 (ipotizzando il costo minore possibile per ogni pratica), per un servizio che però non funziona.

A tutto ciò bisogna inoltre aggiungere che i tempi di attesa per chi prenota attraverso Torino Facile arrivano a più di sei mesi, con tutti i problemi che ne conseguono.

Una vera e propria odissea, che tra l’altro ha visto più che raddoppiare il costo a carico della collettività.

Nuove minacce a Chiara Appendino

Tornano le minacce – vili, criminali e ignobili – che da sempre qualificano chi le fa, non certo chi le riceve.

Solidarietà a Chiara Appendino e tanta, tanta, pena per chi pensa di intimorirci così.