La Città di Torino è ‘medaglia d’oro per l’alto sacrificio nella Resistenza’. È un’onorificenza importante che trova spazio nel nostro Statuto e che dovrebbe imporre agli amministratori della nostra Città azioni conseguenti.
Dico “dovrebbe” perché per il Partito Democratico torinese evidentemente non è così.
Oggi, quei fenomeni (non saprei come altro definirli per non essere maleducata), sono riusciti a votare contro un mio atto che chiedeva al sindaco di attivarsi per porre un vincolo storico-culturale alle sette batterie antiaeree del Pian Del Lot, a 511 metri sulla collina torinese.
Lì, dove il 2 aprile del 1944 ventisette giovani partigiani trovarono la morte per fucilazione nella più sanguinosa rappresaglia compiuta dai nazisti nella nostra città.
Il diniego è meramente politico: non si accettano gli atti delle minoranze e soprattutto non si accettano gli atti del MoVimento 5 Stelle Torino, che su questo tema da tempo conduce una battaglia a difesa della memoria di Torino nel Consiglio della Circoscrizione 8.
Non ci sono altre parole, se non tanta vergogna.
PS. Un veloce aneddoto: l’ex sovraintendente alle Belle Arti di Torino, Luisa Papotti, che in più occasioni non ha mancato di sottolineare il buon rapporto con l’attuale sindaco Lo Russo, aveva ritenuto di porre il vincolo culturale sulle gabbie (LE GABBIE!) dell’ex zoo del Parco Michelotti, che con l’amministrazione di Chiara Appendino avremmo voluto abbattere per restituire lo spazio al verde pubblico. Vincolo che, invece, le batterie antiaeree della seconda guerra mondiale non sembrano meritare. E così, per coincidenza temporale, oggi il sindaco l’ha nominata nel Consiglio di indirizzo del Museo del Risorgimento. Auguri di buon lavoro!
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