L’ipocrisia di Lo Russo

Si sa, in politica la coerenza è tutto. E l’ipocrisia regna sovrana.

Il sindaco (?) Lo Russo, lo sapete, è il sindaco meno votato della storia di Torino. Circa un anno fa, alle urne, si recò soltanto il 42% dei torinesi, l’affluenza più bassa di sempre.
A distanza di quasi 1 anno dalla sua elezione, si è soprattutto distinto per aver aumentato l’Irpef, aver aumentato la Tari ma, soprattutto, per aver nominato nelle partecipate del Comune politici trombati del PD e addirittura – senza mostrare un minimo di pudore – in Smat il partner d’affari della sua assessora alle partecipate Nardelli. Per il resto, a parte qualche selfie con la chitarra durante Eurovision (evento, lo sapete, ereditato), è praticamente sconosciuto ai torinesi che vivono fuori dalla Ztl.

Durante i 5 anni passati all’opposizione, invece, lo ricorderete per il suo stile aggressivo e dileggiante nei confronti dell’amministrazione Appendino e per le critiche strumentali su qualsiasi provvedimento.
In svariate occasioni emerse, poi, tutta la sua arroganza, come quando si mise a giocare con le palline da tennis in consiglio comunale nel momento in cui sembrava che il governo non volesse finanziare le Atp Finals.
E poi la sua “scaltrezza” politica, come quando fece l’esposto in Procura che costò la ricandidatura a sindaca di Appendino che poi fu assolta, ma solo dopo le elezioni.

Perché questa lunga premessa?
Perché gli elementi per capire di che pasta è fatto Lo Russo, c’erano già tutti. E oggi, quando la sua assessora Foglietta annuncia che nella revisione della rete GTT, farà esattamente quello che stavamo facendo noi e che Lo Russo definì “un’idiozia”, non fa altro che confermare l’ipocrisia di una giunta e di una maggioranza che, per il momento, ha solo vissuto di rendita sui progetti e sugli eventi ereditati.

Un anno è passato. Ne mancano 4. Ma nel frattempo ci sono le elezioni politiche.
Il mio appello, a tutti i torinesi che non si sono recati alle urne lo scorso anno, è: il 25 settembre tornate a votare e fare sentire la vostra voce. Abbiamo l’occasione per mandare un messaggio forte a questa classe politica sorda e arrogante, sfruttiamola.

 

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