È impossibile descrivere la delusione e l’amarezza che tanti di noi stanno provando in questo momento.
Ci siamo spesi in prima persona per raccogliere le firme, per coinvolgere, per spiegare e per riattivare la partecipazione su un tema colpevolmente ignorato dal legislatore.
Il no della Consulta al quesito referendario sull’#eutanasia è un macigno sulla coscienza democratica di un Paese che chiedeva solo una cosa: votare.
Votare e scegliere liberamente del dono più prezioso che abbiamo: la nostra vita. E sarebbe anche l’ora di essere liberi di determinarla fino alla fine senza che qualcuno si erga a giudice morale delle sofferenze altrui.
Ma nonostante tutto, non posso pensare che finisca così.
Noi non ci arrendiamo e non dovrebbe farlo neanche il Parlamento perché ignorare 1 milione e 240mila firme sarebbe gravissimo.
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