Le Donne fuori dal Palazzo?

“Era il 2020. Torino si preparava alle elezioni comunali con una competizione tra due uomini, Stefano Lo Russo per il centrosinistra e Paolo Damilano per il centrodestra. Ci è sembrato assurdo che non ci fossero candidate donne [… ]”. Leggo queste parole in un articolo, “Le Donne fuori dal Palazzo”, sul quotidiano La Stampa di oggi.

Un pezzo che avrebbe l’ardire di denunciare la disparità di genere nelle cariche elettive, esaminando la scorsa tornata amministrativa e la ben scarsa partecipazione femminile nella corsa per la carica di sindaco.

Una sola, breve, considerazione: la cancellazione della partecipazione femminile è anch’essa discriminazione.

In realtà è la più odiosa tra le discriminazioni, quella capace di colpirci nella dignità.

Vorrei ricordare alla smemorata giornalista de La Stampa (in foto sono con il suo direttore in occasione di uno dei tanti confronti elettorali), che in quella tornata amministrava il MoVimento 5 Stelle fu l’unica forza politica a candidare 3 donne alla guida delle più grandi città italiane (Roma, Milano, Torino).

Allora fummo trattate come candidate “perdenti”, perché non avevamo lo stesso appeal e prestigio dei concorrenti uomini, oggi semplicemente veniamo rimosse dalla memoria collettiva.

È un destino comune a cui vanno incontro tante donne nella società, nella politica, nella letteratura, nella cultura, nella scienza e nella storia.

Forse varrebbe la pena incominciare a lavorare su questo per combattere la disparità e gli stereotipi, lasciando da parte pseudo pezzi di denuncia il cui contributo è più che limitante: è imbarazzante.

 

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